Meditando sul Vangelo di oggi (Gv 16,16-20) mi sono istintivamente soffermata sul versetto conclusivo: "Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà".
Gesù parla ai Suoi, agli Apostoli e non nasconde, anzi quasi ne anticipa il turbamento, lo smarrimento, l'angoscia che avvolgerà i loro cuori al momento della Sua morte in Croce.
Lo fa però con uno dei Suoi usuali "paradossi": la contrapposizione tra la tristezza degli uni e all'allegria di tutti gli altri, del "mondo".
Il concetto di "mondo" nel Vangelo -specie in quello Giovanneo- viene usato secondo accezioni diverse.
Una di queste è quella che lo associa ai non credenti, di più, ai figli del "principe di questo mondo".
Il prologo di Giovanni comincia proprio asserendo che
"Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe" (Gv 1,10)
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe" (Gv 1,10)
E più avanti Gesù stesso dirà:
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me (Gv 15,18)
perché "Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto" (Gv 17,25)
Pensavo allora a questa idea di "mondo", figurandomi la tristezza degli undici e la gioia degli altri.
Il mondo non ha creduto, il mondo è sordo al richiamo di Dio, eppure quello stesso mondo non è "irrecuperabile": Gesù viene per riscattare tutti, sta al mondo accoglierLo o meno!
"Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo" (Gv 12,47)
Ed è un miracolo che si realizza già sulla Croce!
Nel novero del "mondo" mi è venuto spontaneo includere due figure ben precise: il buon ladrone Didimo e il centurione romano Longino.
Proviamo a calarci nello scenario del Monte Calvario: Cristo è appeso ad una Croce, tutti gli apostoli e i discepoli sono fuggiti -eccezion fatta per il gruppetto delle pie donne e di Maria, Maria Maddalena e Giovanni-.
Giuda ha venduto il Cristo per trenta denari, Pietro ha negato per tre volte di conoscerLo e già nell'orto degli Ulivi, gli undici non erano stati capaci di vegliare un'ora sola con Gesù. (cfr Mt 26,40)
C'è da dire che la Parola del Maestro si è avverata: "Voi piangerete e gemerete" e i racconti successivi alla Sua morte ce ne danno testimonianza, mostandoci gli Apostoli un po' sconcertati alla notizia delle donne che affermavano di non aver trovato il corpo di Cristo nel sepolcro; così come un Tommaso fortemente incredulo o i discepoli di Emmaus che solo alla fine del loro incontro con "l'uomo misterioso" riconoscono il Messia allo spezzare del Pane.
Eppure, mentre si svolge la scena più drammatica della storia, la Passione del Figlio di Dio, "il mondo" già gioisce, si rallegra.
Un brigante si converte, ottiene la salvezza e la promessa del Paradiso.
Poco dopo, un centurione romano, che trafigge il Costato di Cristo con la sua lancia, fa pubblica professione di fede: "Davvero Costui era Figlio di Dio" (Mt 27,54)
Come il salmista, allora, possiamo davvero proclamare:
"La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli"
perché "tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio"!
Oggi Gesù ci ricorda che siamo NEL mondo, ma non DEL mondo, e non lo fa come se questo fosse uno slogan pubblicitario, senza "istruzioni per l'uso".
Cristo Signore va oltre e ci dice: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12)
A tutti è data la possibilità di passare dal buio alla luce, dalla morte alla vita: a quanti ancora non Lo hanno conosciuto, come non Lo conoscevano Didimo e Longino; a quanti Lo conoscono, ma a volte traballano nelle incertezze, come Tommaso; a quanti, pur avendo ricevuto il dono di un incontro speciale con Lui, si lasciano trascinare da altre correnti e Lo smarriscono, come successe a Pietro.
Seguiamo Gesù con fiducia, seguiamoLo andando oltre le mondanità che rischiano di fare anche di noi "mondo" in senso negativo; viviamo su questa terra aspirando al Paradiso, seguendo Lui che è Via, Verità e Vita.
Allora saremo capaci di essere nel mondo, ma non del mondo, allora saremo in grado di fare quanto Egli ci chiede: essere "LUCE DEL MONDO"! (Mt 5,14)
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