lunedì 18 marzo 2019

Triduo a san Giuseppe /3

CURARE L'ALTRO
Dimenticare se stessi









La vita di Giuseppe è una vita "dedicata": a Maria e Gesù, i suoi tesori, gli affetti più cari, le persone più importanti della sua esistenza. Si potrebbe dire che la vocazione di Giuseppe stia proprio in questo suo essere per l'altro. Un altro che non è semplicemente generico, ma ha un'identità precisa, ed è quella della sposa, quella del figlio.  
«"Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa" (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa, come ha sottolineato il beato Giovanni Paolo II: "San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello"»[1].
Vocazione e custodia. Si potrebbe declinare il binomio anche con altri termini: vocazione e altruismo, vocazione e carità, cioè, realizzazione del piano di Dio sulla propria vita attraverso l'amore e la donazione all'altro, l'attenzione a ciò che l'altro è, a ciò che dell'altro va protetto, potenziato, anche migliorato, anche cambiato. Custodire, infatti, non è semplicemente lasciare che l'altro rimanga com'è, ma anche dare il proprio contributo per portarlo al suo sviluppo pieno. 
Sono le dimensioni che si intrecciano nella storia di Giuseppe e la rendono una vicenda riuscita proprio perché egli riesce a mantenerle sempre strettamente legate, sempre strettamente capaci di alimentarsi l'una dall'altra. Giuseppe non avrebbe potuto essere ciò che è senza Maria e senza Gesù. Ma (e sembra assurdo dirlo, ma le cose stanno proprio così), nel progetto di Dio nemmeno Maria e Gesù avrebbero potuto essere ciò che sono senza Giuseppe. Come a dire: la vocazione personale di ciascuno non è mai slegata dall'altro, dal prossimo, ma ha bisogno dell'altro per essere portata a compimento. Per ciascuno di noi c'è la vocazione come scelta esistenziale di risposta a un progetto di Dio e questa scelta, qualunque sia, passa sempre attraverso il "custodire" qualcuno.
Nel matrimonio e nella famiglia questa vocazione passa attraverso fattori diversi. Uno è certamente la fedeltà, ma non solo. Dice sempre papa Francesco: «Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l'amore ogni momento. È accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù. Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!» [2]. Ogni vocazione, infatti, ha il suo centro e il suo arrivo solo nell'Uno: in Dio.



PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

O San Giuseppe con te, per tua intercessione
noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini
per essere il casto sposo di Maria
e il padre putativo di Gesù.
Tu hai vegliato continuamente, 
con affettuosa attenzione
la Madre e il Bambino
per dare sicurezza alla loro vita
e permettere di adempiere la loro missione.
Il Figlio di Dio ha accettato di sottoporsi a te come a un padre,
durante il tempo della sua infanzia e adolescenza
e di ricevere da te gli insegnamenti per la sua vita di uomo.
Ora tu ti trovi accanto a Lui.
Continua a proteggere la Chiesa tutta.
Ricordati delle famiglie, dei giovani
e specialmente di quelli bisognosi;
per tua intercessione essi accetteranno 
lo sguardo materno di Maria
e la mano di Gesù che li aiuta.

Amen


NOTE
[1] Francesco, Omelia, 19 marzo 2013.
[2] Ibidem

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