domenica 15 febbraio 2015

PURIFICAMI O SIGNORE! Riflessioni a margine della Parola di oggi


«Lo voglio, sii purificato!»
(Mc 1,42)


E' interessante notare la "coincidenza" del ciclo di Letture dell'anno B, che ci portano ad affrontare, nella Liturgia odierna, tematiche dal sapore tipicamente quaresimale ad un passo proprio dall' inizio del Tempo di Quaresima.
Soprattutto la Prima Lettura ed il Salmo, assieme poi al Vangelo, ci rimandano all'idea dell'essere purificati da Dio per mezzo di Cristo Gesù, che "toccandoci" con le Sue Carni immacolate che si caricano del nostro peccato, ci libera dalle nostre impurità esteriori ed interiori.

A pochi giorni dal Mercoledì delle Ceneri, queste letture divengono allora un input per riflettere seriamente sul mistero della nostra vita "spirituale": quante volte - e magari senza neanche chiederlo! - siamo stati avvicinati da Gesù e toccati dal Suo abbraccio di salvezza?
Quante volte il Signore ci ha strappati dalla nostra condizione di impurità, di esclusione dalla comunità del redenti, donandoci un tocco della Sua stessa vita che fa rinascere?


Comprendere di essere dei salvati da questa vicinanza di Amore ci proietta sull'atteggiamento che san Paolo descrive nella seconda Lettura: qualsiasi cosa facciamo, facciamola per la gloria di Dio!
Ecco che allora ha senso finanche questa alternanza di cibo/non cibo che la società e la Chiesa ci presentano in questi giorni.
Si passa dal carnevale, con gli annessi piatti tipici che le tradizioni delle varie regioni ci presentano, al digiuno del Mercoledì delle Ceneri e all'astinenza dalla carne e dai cibi raffinati nei venerdì di Quaresima.

San Paolo ci invita a non essere estremisti: il cristiano può dare un SENSO ed una MISURA a tutto, anche alle tradizioni della cucina tipica, così come alle prescrizioni del digiuno cattolico.
Il non essere di "scandalo" ci invita alla moderazione: tanto nel seguire quello che le tradizioni ci offrono, prendendone solo il lato migliore o riscoprendolo, tanto nel digiuno.
Ne è prova che proprio nel digiuno la Chiesa ci invita comunque a fare un pasto completo e a prendere un po' di cibo negli altri momenti dedicati normalmente al desinare.
L'arco troppo teso si spezza sempre. La Chiesa è maestra nel ricordarcelo.

La Parola di Dio di oggi lo sottolinea con fermezza, pur evidenziando la nostra condizione di peccatori sempre bisognosi della Misericordia di Dio, e che, proprio per questo, non possono che permettersi la strada della sobrietà, per non eccedere in nessuna delle due direzioni opposte, né in quella della totale estraniazione dal mondo in cui siamo chiamati a vivere con altri fratelli (e non sempre dalla fede solida!), né in quella della completa immersione nel mondo, tralasciando le esigenze dello spirito, che devono invece essere primarie e contemperate a quelle del corpo che il Signore ci ha donato, creandoci.

A noi la capacità di trovare il giusto equilibrio, ricordando che se il male è sempre male, anche "l'ottimo è nemico del bene", come diceva don Bosco, perché la ricerca della perfezione estrema rischia di diventare fine a sé stessa, e di distogliere dal vero obiettivo: la salvezza nostra e di chi ci sta intorno.
Possa la nostra preghiera essere anche questa: Signore, purificaci dalla tentazione di estremizzare le nostre decisioni, i nostri pensieri, i nostri giudizi!
Donaci quella libertà che ci mette al riparo dall'emarginare - peccando noi stessi per "eccesso" di falsa giustizia - quanti hanno bisogno nel corpo e nello spirito;
e quella che ci salva dal pericolo di eccedere nella finta misericordia, dimenticando che anche la correzione fraterna è un dovere che la stessa tua Parola ci ha consegnato!

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