"Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa".
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa".
(Sal 50)
La Parola di oggi non ci presenta espressamente il termine "ipocrisia", ma lo possiamo leggere tra le righe tanto della Prima Lettura, tratta dalla Genesi (Gen 4,1-15.25), quanto nel Vangelo (Mc 8,11-13).
Ci troviamo di fronte all'uomo che vuole negare l'evidenza dei fatti, pur consapevole nel proprio cuore di ciò che sta facendo.
Da un lato, Caino finge di non comprendere il motivo dell'indignazione di Dio e, prima ancora, del mancato gradimento da parte Sua dell'offerta presentataGli.
Dall'altro, i farisei chiedono un segno a Gesù con il solo intento di "metterlo alla prova".
E' chiaro, dunque, che da un lato hanno consapevolezza che Egli abbia già compiuto molti di questi segni, dall'altro, lo "tentano" pur non essendo affatto disposti a credere...perché chiedere un segno è già in anticpo un rifiuto della fede, che è tale se si fonda su una fiducia a prescindere da altri elementi oltre a quelli già dati da Dio.
Il Salmo ci da' la chiave di lettura di questi atteggiamenti falsi: l'uomo che osserva solo esteriormente la Legge, ma poi non mette in pratica la Parola di Dio e non vive di carità, è come il sepolcro imbiancato sul quale si può passare. E' un uomo "morto dentro" perché non vive di amore, ma si ritiene salvo per la semplice osservanza di precetti.
Dio che è Amore "Vero" agisce come il padre che rimprovera il figlio sbandato per scuoterlo dal suo torpore e dalla sua cattiveria e ricondurlo alla via giusta.
Nel responsorio (cfr Pro 3,11;12 - Eb 12,7) dell'Ufficio delle Letture di oggi leggiamo quest'esortazione a noi rivolta:
Dio che è Amore "Vero" agisce come il padre che rimprovera il figlio sbandato per scuoterlo dal suo torpore e dalla sua cattiveria e ricondurlo alla via giusta.
Nel responsorio (cfr Pro 3,11;12 - Eb 12,7) dell'Ufficio delle Letture di oggi leggiamo quest'esortazione a noi rivolta:
"Non rifiutare l'istruzione del Signore, non abbatterti quando ti castiga.
Il Signore corregge chi gli è caro, come un padre il figlio prediletto.
Dio vi tratta come figli; e quale figlio non è corretto dal padre?
Il Signore corregge chi gli è caro, come un padre il figlio prediletto".
Un uomo che trascina così la propria esistenza è un ipocrita che tenta di occultare la verità a Colui che è l'Eterna Verità.
Caino offre a Dio dei sacrifici mentre cova già desideri di male nel suo cuore e finanche quando li attua pretende di occultarli agli occhi del Creatore.
I farisei offrono a Dio una pratica esteriore della Legge, e si arrogano il diritto di nascondere al Signore Gesù la loro incredulità.
A pochi passi dalla Quaresima, queste Letture possono essere uno spunto di riflessione e di impegno: che l'inizio del tempo penitenziale ci colga
- con il cuore pronto alla conversione sincera, che mai si finisce di mettere in atto su questa terra;
- con tutto il nostro essere pieno di gesti di vera carità;
- con l'orecchio pronto ad ascoltare la Parola...
- e la nostra vita disponibile ad attuarla.
"Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".
(Gv 14,6)
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