lunedì 8 aprile 2013

"CHE TUTTI DICEVANO STERILE": guarire dalle sterilità della nostra vita è possibile! Riflessioni a margine del Vangelo di oggi


Quest'oggi viene recuperata la Solennità dell'Annunciazione, caduta durante la Settimana Santa (il 25 marzo).

Il Santo Vangelo (Lc 1,26-38) ci presenta - in modo diverso per ciascun personaggio, con tratti ora abbozzati, ora precisi- non solo la figura di Maria,  dell'arcangelo Gabriele, di Giuseppe e del Figlio di Dio Incarnato, ma anche Elisabetta, cugina della Vergine di Nazareth e descritta come colei "che era detta sterile".

Elisabetta: la donna ormai vecchia, sposa del sacerdote Zaccaria; colei che pensava di essere una vergogna per tutta la sua famiglia a causa della mancanza di figli, proprio in età avanzata si ritrova incinta, perché "nulla è impossibile a Dio".


Sterilità e onnipotenza di Dio.

Sterilità e fecondità infinita di un Dio che è Amore diffusivo per natura, contagioso, arricchente, inarrestabile.
Sterilità e rinascita...quando tutto, anche il tempo trascorso, lasciano pensare ad una "morte" completa.

Allora, come non pensare all'episodio fico sterile, presentato come simbolo in tutti e tre i Sinottici, ma che solo in Luca (Lc 13,6-9) viene offerto a noi in un quadro di sconvolgente, meravigliosa manifestazione della Misericordia di un Dio che non vuole la morte del peccatore, ma la vita!




In Matteo e Marco troviamo un impianto narrativo che, in un certo senso, possiamo comprendere solo attraverso la "chiave di lettura" che ci offre San Luca.

La parabola lucana del fico sterile, diventa cioè un "libretto di istruzioni" per rileggere e comprendere quello che avviene al fico sterile presentato in Matteo e Marco.

L'impianto narrativo marciano e matteano ci presenta Gesù, affamato, che passa accanto ad un albero di fico, il quale tuttavia non ha frutti.
Allora il Signore pronuncia delle parole fortissime: "Non nasca mai più frutto da te" (Mt 21,18) e  "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti" (Mc 11,14).
I discepoli ascoltano queste espressioni e si meravigliano.
Maggiore stupore provano nel vedere, il mattino dopo, l'albero di fico completamente seccato.

A quel punto, avviene qualcosa che non è immediatamente chiaro in Matteo e Marco, ma che si rende spiegabile alla luce del Vangelo di Luca.

I discepoli chiedono a Gesù come sia stato possibile un avvenimento del genere e il Signore risponde in un modo che, apparentemente, poco ha a che fare con la loro domanda.

Parla infatti di "preghiera" e della sua potenza.

 "In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte:
Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. 
E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete".
(Mt 21, 21-22)


"Pietro, ricordatosi, gli disse:«Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato». 
Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio! 
In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato.
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.
Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati»".
(Mc 11, 21-25)

Il "dettaglio"  sul perdono ci aiuta a calarci in quanto Gesù qui non dice esplicitamente per bocca di Matteo e di Marco, ma che viene evidenziato da Luca.


Parabola del fico sterile

Disse anche questa parabola:
«Un tale aveva un fico piantato nella vigna
e venne a cercarvi frutti,
ma non ne trovò. 

Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni
che vengo a cercare frutti su questo fico,
ma non ne trovo. 

Taglialo. 
Perché deve sfruttare il terreno? 

Ma quegli rispose:
Padrone, lascialo ancora quest'anno
finché io gli zappi attorno
e vi metta il concime
e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; 
se no, lo taglierai».
(Lc 13 6-9)


In Matteo e Marco, l'invito alla preghiera e al perdono, vuole sottolineare quello che in Luca ci viene detto espressamente: nessun uomo, apparentemente ormai "sterile", improduttivo, seccato come una pianta ormai morta, è un caso disperato e irrecuperabile.
Se l'essere umano riesce a "rinnestarsi" in Cristo, nuovo e vero ALBERO DI VITA, la rinascita è sempre possibile!
La preghiera, il perdono dei peccati, possono fare MIRACOLI!

In che modo?

Innanzitutto la preghiera per gli altri è come un...aiuto che diamo al Vignaiolo, a Cristo Signore, inviato dal Padre per salvare l'umanità.
Preghiera di intercessione, unita alla PREGHIERA DEL FIGLIO CHE INTERCEDE PER L'UMANITA' PECCATRICE PRESSO IL PADRE.
Gesù vuole che noi intercediamo per gli altri, affinché da "alberi improduttivi e secchi" da lungo tempo, possano ritornare alla vita della Grazia Santificante.

Questa preghiera, se leggiamo bene San Luca, comprendiamo che debba essere continua, quasi "ostinata" nel senso migliore del termine.


San Giacomo ci assicura che "Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza" (Gc 5,16) e San Paolo ci esorta in tal modo: "Pregate insistentemente, senza stancarvi" (1 Ts 5,17)

Nella parabola, il fico viene presentato come sterile da ben tre anni, ma il Vignaiolo "insiste" col Padrone della vigna: "consentimi di zappare, concimare ancora....e vedremo se darà frutti"!


La preghiera deve essere allora anche piena di FIDUCIA E SPERANZA in un Dio che, nonostante le apparenze di impossibilità umane, PUO' VERAMENTE FARE TUTTO, anche l'impossibile!


Torniamo al Vangelo di Marco: perdonare va di pari passo con "pregare".
Se non si prega con il cuore umile, di chi sa perdonare realmente al proprio fratello, la  preghiera sarà .... "sterile".



"Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti".  (Gc 5,16)




"Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono".
(Mt 5,23-24)

E ancora: se la mia preghiera non è fondata su una vera comunione con i fratelli (fatta, appunto di perdono), come posso sperare di essere a mia volta perdonato?

"Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, 
perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia;
la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio". (Gc 2, 12-13)

Ecco che, "soddisfatte" queste condizioni...il fico reso sterile da quella che all'apparenza Marco descrive come "maledetto" da Gesù, diventa nuovamente produttivo e "benedetto" dal Signore.

E' quanto già l'Antico Testamento aveva preannunciato, ricorrendo sempre alle immagini tratte dal mondo agricolo, come leggiamo nel profeta Aggeo.

A tutti, allora, l'augurio sincero di poter essere alberi chiamati sempre a vita nuova, più rigogliosa; alberi che rinascono dalle proprie sterilità -qualora ce ne fosse bisogno-; alberi capaci di dare vita ad altri rami secchi, come ogni cristiano è chiamato a fare, rimanendo sempre unito all'UNICO E VERO ALBERO DI VITA: CRISTO SIGNORE!

Maria Santissima, Madre di Dio, ci aiuti ad accogliere e far germogliare in noi, il SEME DELLA VITA VERA!


Promessa di prosperità agricola

"Ora, pensate, da oggi e per l'avvenire: prima che si cominciasse a porre pietra sopra pietra nel tempio del Signore, come andavano le vostre cose? 
Si andava a un mucchio da cui si attendevano venti misure di grano e ce n'erano dieci; si andava a un tino da cinquanta barili e ce n'erano venti.

Io vi ho colpiti con la ruggine, con il carbonchio e con la grandine in tutti i lavori delle vostre mani, ma voi non siete ritornati a me
- parola del Signore -. 
Considerate bene da oggi in poi (dal ventiquattro del nono mese, cioè dal giorno in cui si posero le fondamenta del tempio del Signore), se il grano verrà a mancare nei granai, se la vite, il fico, il melograno, l'olivo non daranno più i loro frutti.

Da oggi in poi io vi benedirò!"

(Ag 2, 15-19)



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