domenica 19 agosto 2012

SAPIENZA, BONTA', VITA: ALLA MENSA DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO


Cappella del Ss. Sacramento, Duomo di Frascati

Il Vangelo di oggi, XX Domenica del T.O., ci presenta ancora una volta un brano tratto dal cap. 6 del Vangelo di Giovanni. 

Il nucleo centrale lo si potrebbe riassumere in questi versetti:

"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Darò la mia carne per la vita del mondo.
Colui che mangia me vivrà per me.
Io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno"

(Gv 6, 51; 54; 56; 58)


A questi passaggi -tanto importanti per la nostra vita di fede, Gesù sta conducendo noi (come condusse i discepoli del Suo tempo), per gradi.
Poco per volta la Liturgia della Parola ci sta "immettendo" dentro questo grande mistero che è la Santa Eucaristia.
Lo fa non soltanto spezzettando in più puntate il capitolo 6 di Giovanni, ma anche avviandoci alla comprensione della Comunione per mezzo delle altre letture che precedono la proclamazione del Santo Vangelo.

Quest'oggi la connessione fra Antico e Nuovo Testamento è particolarmente intensa e ricca di spunti di meditazione, ne condivido qualcuno con voi, lasciando poi a ciascuno il piacere di riflettere su altri!

La prima lettura è tratta dal Libro dei Proverbi.
"La sapienza si è costruita la sua casa" (Prv 9 1)
La Sapienza è Dio stesso e la Sua casa, che nell'Antico Testamento fu l'Arca dell'Alleanza, per noi uomini del Nuovo Patto, implica qualcosa di molto più grande e bello, che può assumere vari significati:

  • il Figlio è casa del Padre e dello Spirito, perché Gesù è Dio che viene a "dimorare in mezzo a noi" e ci rivela il Volto Paterno, oltre che donarci lo Spirito Santo. Gesù come Seconda Persona della Santa Trinità, vive sempre in Comunione con le altre Persone. E' quello che ci dice il Prologo del Vangelo di Giovanni! ;
  • il Figlio è casa per noi e Lo afferma Gesù stesso nel Santo Vangelo "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui". Fare comunione è "fonderci" con Cristo, come l'esperienza mistica dei Santi ci insegna.
  • Il Figlio -ed è questa la cosa più sorprendente!- non solo si offre a noi come "dimora" in cui trovare ristoro, ma cerca in noi una casa in cui abitare. San Paolo esprime in via immediata questo concetto, quando scrive: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). Non solo: ci ricorda anche che siamo "Tempio di Dio", Tempio dello Spirito Santo!
C'è una condizione affinché noi diventiamo "casa di Dio" e Dio sia veramente la nostra casa: che ci cibiamo di Lui.
Ce lo dice la Prima lettura, invitandoci a "mangiare il pane e il vino" che la Sapienza di Dio ha preparato per noi.
Questo è un cibo "buono", come sottolineato dal Salmo...di una bontà duplice. 

Buono perché "Dio è buono" (cfr Mc 10,18), è la Bontà per Essenza, per Natura, ma anche buono perché è dolce al palato spirituale, ricco di tutto il nutrimento di cui l'anima ha bisogno per vivere e per resistere anche ai "desideri contrari della carne" (cfr Gal 5,16).

La Sapienza ci rende "esperti" delle cose di Dio: nutrirci della Carne e del Sangue di Cristo ci dona infatti il "timore del Signore" (lo leggiamo nel Salmo), che è "principio della saggezza" (Sal 111,10); ci apre la strada alla conoscenza delle cose spirituali, e ci rende saggi nel senso indicato dalla seconda lettura.
Ci fa, cioè, vivere santamente, comportandoci con coerenza evangelica.

Abbiamo la fortuna di nutrirci di questo Pane e di questo Vino ogni Domenica, anche tutti i giorni -se lo vogliamo e possiamo prendere parte all'Eucarestia feriale-.
Non sprechiamo questo immenso DONO DI DIO, un dono d'Amore in cui Dio ci dona TUTTO, ci fa partecipi delle Sue Ricchezze....


CI DONA SE' STESSO!

E noi...che cosa Gli doniamo? Come Lo accogliamo? 

BUONA E SANTA DOMENICA A TUTTI VOI!

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