Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono".
(Gv 2,11)
La soddisfazione del maestro di tavola, alle Nozze di Cana, è grande: l'usanza del tempo era infatti quella di annacquare il vino proprio verso la conclusione del banchetto, quando ormai si era già un po' brilli, incapaci di "apprezzare" la bontà della bevanda raffinata...
Un sistema, se proprio si vuole essere sinceri, da "risparmiatori" un po' avari, pronti a sfruttare ogni occasione per "dare" di meno e "conservare" di più.
Eppure, proprio nella circostanza del banchetto nuziale, Gesù e Maria dimostrano che non è questo il modo di agire di Dio e che dunque nemmeno quello del discepolo deve essere all'insegna di una "donazione gretta", a tempo determinato e ...conservativa!
I doni sono doni e se il credente li ha ricevuti, deve spenderli, farli fruttare, come insegna anche la parabola dei talenti.
I doni sono doni e se il credente li ha ricevuti, deve spenderli, farli fruttare, come insegna anche la parabola dei talenti.
Rileggendo alla luce di questo episodio tutta la Bibbia, ci si può rendere conto di come, fin dagli inizi della Creazione, Dio abbia operato senza risparmiarSi, senza donare tutto il buono solo in principio, per poi lasciare l'uomo nel "vuoto" di una donazione a metà.
Al contrario...la Parola comincia con quella serie di "E Dio vide che era cosa buona", un versetto che risuona ripetutamente nel primo capitolo del libro della Genesi: per ben sette volte possiamo leggerlo, una per ogni giorno della creazione, diventando alla fine -dopo la comparsa di Adamo ed Eva- un "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gn 1,31).
Lo svolgersi successivo della storia, anche in seguito alla caduta, è sempre una continua dimostrazione di questa bontà divina: l'Onnipotente, pur se agendo con Giustizia nei confronti dell'uomo peccatore, accorda ogni volta nuove possibilità di "riscatto", di salvezza, come dimostra, ad esempio, l'alleanza stipulata con Noè.
Da dove deriva questa profusione di bontà?
Innanzitutto dal fatto che Dio stesso sia buono, come più volte sottolineato dalla Parola, in cui -ad esempio- si legge:
"Buono è il Signore verso tutti" (Sal 145)
"Lodate il Signore, perché è buono" (1 Cr 16, 34)
"Nessuno è buono, se non Dio solo" (Mc 10, 18)
Da dove deriva questa profusione di bontà?
Innanzitutto dal fatto che Dio stesso sia buono, come più volte sottolineato dalla Parola, in cui -ad esempio- si legge:
"Buono è il Signore verso tutti" (Sal 145)
"Lodate il Signore, perché è buono" (1 Cr 16, 34)
"Nessuno è buono, se non Dio solo" (Mc 10, 18)
L'etimologia dell'aggettivo "buono" rimanda forse ad un vocabolo sanscrito, con il senso di "omaggio": Dio è buono, ci dice la Bibbia, Dio è colui che dona tutto in...omaggio, gratuitamente, lasciando il ricevente nella totale libertà di accogliere o rifiutare il regalo offerto.
E cosa può donare Dio, all'uomo?
La stessa Parola ce ne dà risposta, offrendo il "presupposto" di ogni dono del Signore: "Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano"! (Mt 7,11)
Quanto viene da Dio è buono, così è la creazione, così è la vita, così è l'amore...tutto sta nella capacità della creatura di farne ...altrettanto buon uso.
Dice infatti il libro del Siracide: "Tutte le opere del Signore sono buone; egli provvederà a suo tempo. Non c'è da dire: questo è peggiore di quello, a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona". (Sir 39.33)
"Tutto" -infatti- "concorre al bene di coloro che amano Dio". (Rm 8,28)
Il massimo della "bontà", il culmine, l'apice del dono del Signore all'uomo, lo si è avuto nell'offerta del Figlio, Cristo Gesù, il dono dei doni, il dono totale, il dono del "Tutto" e "per sempre".
Di Lui si legge infatti: "Ha fatto bene ogni cosa" (Mc 7,37)!
Il Figlio, perfetto specchio del Padre, è la Bontà divina personificata.
Scegliere di seguire Gesù significa allora incamminarsi su una strada di "bontà", di autodonazione, di offerta per l'altro, un cammino in cui si vuole fare bene ogni cosa, cercando di essere perfetti come il Padre nostro che è nei Cieli.
Mettersi alla sequela di Cristo vuol dire, prima di tutto, rendersi disponibili a "nutrirsi" di cose buone, della bontà stessa che è Dio, realmente presente nell'Eucaristia e nella Parola: "Ascoltatemi e mangerete cose buone" dice infatti il profeta Isaia (Is 55,2) .
E da questo ascolto, da questo alimento ricco di bontà e sapienza, potremo e dovremo attingere la "benzina"necessaria per fare anche noi opere buone, seguendo l'insegnamento di Cristo: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei Cieli" (Mt 5,16)
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