domenica 27 novembre 2011

AVVENTO.....

AVVENTO:

"Venuta, arrivo
 tempo liturgico dedicato alla preparazione del Natale,
 cioè della festa che celebra la venuta di Cristo.
dal latino ADVENTU, VENUTA da advenire, ARRIVARE
latino che dice in generale il venire"

(Deli-Dizionario etimologico Zanichelli)



"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi
La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo"
(Gv 1,9;11;14;17)



Il Prologo di Giovanni utilizza il verbo "venire" per ben sei volte: due sono riferite a San Giovanni Battista -che "venne" come precursore di Cristo- le rimanenti quattro sono invece relative al Verbo Incarnato, che venendo nel mondo è stato la nostra "salvezza" e ci ha redenti dal peccato, consentendoci di essere generati come figli di Dio (Gv 1, 12).
L'avvento è il tempo che ci prepara alla festa del Natale, in cui ricordiamo la venuta di Cristo; in questo senso il prologo di Giovanni potrebbe essere un valido ausilio per la meditazione nello spazio che ci prepara e ci separa al contempo dalla festa della "nascita" di Gesù.
E' un testo che offre un risvolto non solo "pasquale", ma anche e perfettamente legato all'avvento prima e al Natale poi: Gesù venne come uomo e come Dio per illuminare il mondo, per illuminare ogni credente, per riversare su ciascuno di noi la "grazia e la verità".

Con il Vangelo si mostra tutto "l'irrompere" di Dio che viene nella storia e nel tempo umano, facendosi carne, piccolo, bambino...
Il Prologo di Giovanni, in modo particolare, mostra con evidenza il passaggio dal tempo dell'attesa a quello della venuta, dall' "in principio" che evoca il concetto dell'eternità in Dio, al "si fece carne", chiaro riferimento al tempo storico.
Si potrebbe anche sottolineare, a questo punto, il salto di "qualità" rispetto all'antico Testamento, in cui si invocava fortemente la venuta del Signore, aspetto -questo- fortemente evidenziato nei Salmi, in cui ricorre molte volte l'invito rivolto a Dio, a "svegliarsi, destarsi", a venire a visitare la vigna che Egli stesso ha piantato (Sal 80).

Ora, con la venuta di Gesù, questo desiderio dell'uomo di incontrare Dio si è realizzato e si continua a realizzare pienamente!
Non è propriamente il "faccia a faccia" che intendiamo noi uomini: se vedessimo Dio in tutta la Sua potenza divina, non potremmo sopravvivere!
Ma vediamo Dio Incarnato e Lo incontriamo nell'Eucaristia e nella Parola... dunque, sì, il Signore è venuto, si è fatto presente storicamente, rendendosi "visibile" ai Suoi contemporanei e facendosi altrettanto visibile a noi, nella Mensa Eucaristica ed in quella della Parola.
"Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14,9).

Dunque, il Signore viene ogni giorno, e nell'arrivare a noi...ci dice:
"Ecco, sto alla porta e busso" (Ap 3,20).
In questo "atteggiamento" di un Dio in "attesa" nel momento in cui Egli viene incontro all'uomo, c'è anche l'indicazione del comportamento che la creatura deve assumere di fronte al Creatore.
Dio viene...anche noi dobbiamo andare a Lui!
Dio non "irrompe" con la forza di un ladro nella vita umana: pazientemente aspetta, in ossequio al libero arbitrio che ci ha donato.
Se volesse agire come uno scassinatore....aprirebbe la porta senza bussare, senza quasi "chiedere il permesso" di entrare in casa nostra!
Dunque, la venuta di Dio deve essere accompagnata dal nostro andare incontro a Lui, come ci rammenta la parabola delle dieci Vergini: "Ecco lo sposo, andategli incontro"! 
(Mt 25, 6)

Questo duplice venire -di Dio verso l'uomo e dell'uomo verso Dio- è ciò che ci consente di aprirGli la porta del cuore, dell'anima, della vita intera, per accoglierlo in noi
Il libro dell'Apocalisse, infatti, prosegue così: "Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20).
Far entrare Gesù significa fare...comunione con Lui! Comunicarsi vicendevolmente: Egli si dona tutto a noi....noi dobbiamo provare, sforzarci di fare altrettanto!

Sfruttiamo, dunque, questo tempo di avvento per andare incontro al Signore che viene.
Egli ci dice: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,13) e ci lascia la Parola e l'Eucaristia come strumenti portentosi per accoglierLo sempre di più in noi, per conoscerLo, amarLo e farLo amare.
Quale preparazione migliore al Santo Natale, può allora essere quella di una vita sacramentale (eucaristica in particolar modo) più intensa e di una meditazione più assidua della Parola?

BUON TEMPO DI AVVENTO A TUTTI VOI!

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