domenica 28 novembre 2010

AVVENTO, TEMPO D'ATTESA, PER IMPARARE A VEDERE LA LUCE DEL SIGNORE!



"Chi ci farà vedere il bene?
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto"

(Sal 4, 7)


Se provassimo a fissare ad occhio nudo il sole, non riusciremmo a sopportarne -se non per pochi secondi- la luce intensa e saremmo costretti a distogliere lo sguardo.


Insistendo nel guardare, la nostra retina, che non ha protezione (a differenza della pelle) contro i raggi solari, comincerebbe a bruciarsi e riportebbe danni più o meno intensi e più o meno duraturi, a seconda del tempo che rimarremmo incollati al sole...
Parrebbe una cosa quasi strana: ogni giorno vediamo cose, persone, paesaggi, tutto insomma, proprio grazie a quel sole, la cui luce viene riflessa da quello che ci circonda.
Senza sole, saremmo in una terra di buio, neanche la luna brillerebbe!
Eppure, se ci azzardiamo a fissare direttamente quella luce, non ci riusciamo per molto tempo, o ne riportiamo conseguenze irreparabili....

Proviamo, per un attimo, ad usare queste considerazioni come punto di partenza per la nostra vita spirituale, specialmente in questo tempo d'avvento: la nostra luce, il nostro Sole è Gesù, mentre i nostri occhi sono l'anima.
Ogni cosa che vediamo, in verità la vediamo perché esiste Dio, il cui Figlio è venuto a dare pienezza a tutto, a portare a compimento ad ogni realtà.
Se non esistesse Lui, non esisterebbe niente e nessuno: saremmo completamente al buio.

Dice infatti il prologo di Giovanni:

"In principio era il Verbo
 il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò
che esiste"
(Gv 1, 1-3)

Fermiamoci a riflettere: quante volte, realmente, ci rendiamo conto di vedere, di poter vedere ogni cosa e anche di essere visti perché tutto esiste in Dio, è racchiuso nel Cuore adorabile di Gesù?

Spesso, la nostra vita è un susseguirsi di azioni materiali, di lavoro, di cura della casa, anche di preghiera....ma che non scaturisce dal cuore: viviamo la nostra esistenza, anche quella spirituale, senza comprenderla realmente, non ci lasciamo lavorare dalla Grazia, non ci lasciamo "trasfigurare" per comprendere che ogni aspetto della vita ha un risvolto soprannaturale, che tutto il nostro cammino, anche quando è fatto di semplici ed umili azioni, è un passo verso la vita eterna.

In alcuni casi, siamo timorosi di guardare Dio in faccia: pensiamo (forse intuiamo) che farlo comporta un cambiamento radicale di vita, un mettersi al servizio della Parola...e ne abbiamo paura.
Altre volte, il nostro è un timore riverenziale, come quello di Mosè: un timore santo che non è sbagliato, ma Gesù, che è il Verbo fatto carne, è venuto per rivelarci il Volto del Padre: noi, quindi, non dobbiamo velarci gli occhi, ma dobbiamo imparare a guardare Gesù, a fissarlo direttamente, per ricevere la Sua luce e farcene portatori nel mondo, ricevendone forza!

Come fare, allora, affinchè la nostra anima non si "bruci" nel ricevere la Luce vera?



Occorre camminare senza voler saltare le tappe, bisogna iniziare a scoprire il Volto Divino che si rivela nei Sacramenti, ed in particolare nella Liturgia, laddovve Cristo è veramente presente, nel Suo Sacrificio che si rinnova.
I discepoli di Emmaus, che riconobbero Gesù allo spezzare del pane, videro l'Uomo-Dio risorto (quindi non solo l'Uomo Dio nella sua esistenza terrena) e non ne rimasero accecati: avevano abituato i loro occhi, la loro anima...alla Sua luce sfolgorante, tanto da poterla "sopportare", da poterla guardare in tutto il suo splendore.

Nella nostra vita di cristiani in attesa dell'incontro con Gesù, siamo chiamati ad "abituarci", poco a poco, a guardare la Luce del Salvatore.

Se ce l'hanno fatta i discepoli, poveri pescatori, ignoranti (secondo le regole del mondo!), uomini con dubbi e timori come chiunque, allora, si, possiamo farcela anche noi!


Il primo passo, appunto, è riconoscere la viva e vera presenza di Dio sull'Altare: quando andiamo in Chiesa per prendere parte alla Santa Messa, pensiamo che realmente il Signore ci sta aspettando, che è desideroso dell'incontro personale con ciascuno di noi.

Entrando, salutiamoLo con affetto, come si fa con gli amici in carne ed ossa...perché Gesù E' in CARNE ED OSSA! 

EsponiamoGli i nostri problemi, ringraziamoLo per quello che abbiamo ricevuto in quella giornata, offriamoGli il nostro sacrificio quotidiano, assieme a quello del sacerdote che celebrerà la Santa Messa.

Parliamo con Lui anche al momento della Santa Comunione: immaginiamolo VIVO e VERO accanto a noi, per aiutarci ad essere maggiormente a nostro agio e per farLo contento!


ChiediamoGli di renderci sempre più capaci di incontrarLo, giorno dopo giorno, in tutte le circostanze della vita, in tutte le persone che ci stanno accanto, in tutte le occasioni di merito che possiamo utilizzare per santificarci e santificare.

E uscendo dalla Messa, ricordiamo che il Signore è sempre con noi, dappertutto, qualunque cosa facciamo: che è Lui che consente al mio computer di scrivere, perché dalla Sua Somma Intellegenza deriva anche questo strumento; che è nel lavoro di cucina che mi aspetta, nel quale potrò dimostrare l'amore per i miei cari; che è nel lavoro che dovrò svolgere, mettendo al centro la persona e non semplicemente il guadagno....

Ricorriamo con maggiore frequenza al Sacramento della Confessione, per prepararci all'appuntamento domenicale con Gesù-Ostia, come si fa quando si va a trovare un amico e ci si presenta puliti, ben vestiti, profumati....

Coltiviamo la lettura spirituale, la meditazione della Parola, cerchiamo di trovarci degli amici fra i Santi, per apprendere anche i loro insegnamenti...

Ascoltiamo la voce del Papa, che è Vicario di Cristo in terra....

Ecco, poco a poco, quasi senza accorgercene, cominceremo ad avere maggiore familiarità con Gesù, a ricordarcene più spesso nel corso della giornata e delle attività, tratteremo con gli altri come Lui vorrebbe che facessimo, inizieremo a lavorare sugli spigoli del carattere.
Alla fine, ogni cosa, anche la più banale, ci apparirà diversa: la vedremo nell'ottica della vita eterna alla quale ci stiamo preparando...e il nostro occhio interiore -la nostra anima- si sarà abituato a contemplare, con una certa costanza, la Luce di Nostro Signore, senza "bruciarsi".

Il mio augurio per questo Avvento è che ciascuno di noi riesca ad "allenare" gli occhi interiori a vivere perennemente nella contemplazione della Luce che è Cristo, per imparare a riconoscerLo in tutto ciò che ci circonda: persone, eventi, paesaggi, incontri casuali e non casuali, impegni quotidiani...

Che la Vergine Maria, che ha saputo vivere sempre imbevuta di questa Luce, sappiamo guidarci per mano, nel cammino che ci porta al Santo Natale.

Buon Avvento a tutti!

2 commenti:

  1. Che belli i tuoi consigli per non farsi accecare dalla Luce di Dio,camminando guidati dalla tenera mano della Madonna.Se posso, aggiungo che sarebbe bello imparare poco alla volta a essere noi stessi luce per gli altri e qualcuno ci riesce perfettamente! Per questo sei la mia Stellina!!!
    Buon Avvento anche a te!

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  2. :) Bene, allora auguriamoci di poter arrivare al Santo Natale portando noi un dono a Gesù Bambino: avere regalato un po' della Sua Luce a qualche anima che ne ha bisogno!

    Un caro abbraccio!

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