domenica 18 luglio 2010

MEDITIAMO IL SANTO ROSARIO. I misteri della gioia



Qui  potete leggere la meditazione del primo mistero






2° mistero


 La visita di Maria alla cugina Elisabetta



In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.



Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?



Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".



Allora Maria disse:



L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua”. (Lc 1 39-48; 56)


Maria, da poco incinta, decide di affrontare un viaggio (di certo non con i comfort della nostra epoca!) e di recarsi dalla cugina Elisabetta, avanzata negli anni e incinta da sei mesi.
Rimane con lei fino alla fine della gravidanza della parente, per prestarle il suo aiuto, mettendo a disposizione le sue energie di giovane donna.

Ci si sofferma spesso, nel contemplare questo mistero, sull'importanza e sull'aspetto del “portare Dio agli altri”, comunicarlo, donarlo. 
Quanta gioia avrà provato Maria nel rendersi il tramite di questa “comunicazione”, di questo annuncio della prossima nascita del Messia!

Lo stupore gioioso dinanzi all'annuncio della venuta del Messia, si comunica da Maria ad Elisabetta e quest'ultima irrompe in un saluto festoso alla “Madre del mio Signore”, e Maria risponde con il bellissimo canto del Magnificat.

Ma c'è anche altro che questo mistero può comunicarci.
Maria, giovane donna incinta, decide di non risparmiarsi in un momento così delicato per il suo equilibrio fisico, per la sua salute.
 Si mette in viaggio, rimane presso la cugina, l'aiuta di certo nei lavori domestici, le tiene compagnia, l'aiuta nel momento del parto.
Eppure, anche lei era incinta, anche lei avrebbe dovuto prendersi cura di sé, e del Bambino che portava in grembo.

Ecco che allora, questo mistero, ci fa intendere che la nostra attività di servizio, di apostolato, di testimonianza gioiosa, deve conservare intatto il suo profumo di stupore e di gratitudine a Dio, anche nei momenti in cui portiamo “un peso” (gravida, incinta, deriva dal latino “gravis” =che ha un peso, che è carico, quindi non va inteso in senso “negativo”, ma nel suo significato letterale), in cui abbiamo anche noi le nostre fatiche quotidiane da affrontare, le nostre pene interiori, ma anche le nostre gioie che ci porterebbero a dimenticarci dei bisogni di chi può invece aver bisogno del nostro aiuto.
Siamo in grado di rispondere sempre con gioia e stupore, al mistero di un Dio che ci chiede di donarci SEMPRE senza riserve, mettendo la carità al primo posto?

Buona Domenica a tutti!

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