giovedì 3 giugno 2010

IL “CASTIGO” DI DIO E' OPERA DI MISERICORDIA. Riflessioni sul senso della “punizione” nell'ottica divina di un Dio Amore. PRIMA PARTE


Anche la miseria attuale che regna nel mondo non è opera della Mia giustizia, ma della Mia Misericordia. Quante colpe di meno, per mancanza di denaro! Quante preghiere di più si innalzano verso il Cielo nelle strettezze finanziarie! Non credere che i dolori della Terra non Mi commuovano. Ma Io amo le anime, le voglio salve, e per raggiungere il Mio scopo, sono costretto ad usare rigori, ma credilo che per fare misericordia... Nell'abbondanza, le anime Mi dimenticano e Mi perdono; nella miseria, tornano a Me e si salvano”. (dal Diario di Suor Consolata Betrone)

Preghiera e penitenza: possiamo definire così la “sostanza” dei messaggi mariani nelle apparizioni approvate dalla Santa Romana Chiesa.
Sacrificio e orazione per ottenere la conversione dei peccatori, evitare i “castighi” di Dio all'umanità che si ribella alla Sua Signoria, alla dottrina della vera Fede, al Vicario di Cristo.
Lourdes, La Salette, Fatima, sono sempre incentrate su questo nocciolo di vitale importanza: se il mondo non si convertirà, se l'uomo non ritornerà alla Fede vera, al rispetto del magistero della Santa Chiesa, all'obbedienza, Dio non potrà fare altro che “punire” il mondo che Lo disprezza.
Sono indubbiamente parole forti, che di primo acchito potrebbero apparire in contrasto con la “definizione” del Creatore Onnipotente che impariamo fin dai tempi del catechismo.
Dio è Amore, Dio si è incarnato per Amore, Dio è morto per Amore.
Impregnati di questa verità, a volte dimentichiamo però che l'Amore sia “esigente”, che esso vada ricambiato con fedeltà e sincerità, che sia “vero” solo laddove comporti una crescita verso il meglio.
Se analizziamo l'amore tra madre e figlio, è facile notare questa sincronia tra aspetto educativo e correttivo dell'amore e quello puramente “gratuito” del suo essere anche capace di perdonare.
Una madre che non correggesse mai un figlio non lo amerebbe realmente, ne farebbe un “bambolotto” a cui dire sempre di si, incapace di dare il meglio di sé, magari capriccioso, orgoglioso...un essere umano in cui non crescerebbero la virtù, il senso del rispetto altrui, la piena capacità di vivere relazionandosi correttamente con altri suoi simili.
La relazione tra l'uomo e Dio, si potrebbe semplificare ricorrendo allo stesso esempio.
Dio ci ama e nel Suo (e dal Suo) immenso Amore, ci ha tratti alla vita, ma nel farlo, ci ha “inseriti” nel tempo storico che ognuno vive, donandoci questo spazio temporale come momento del nostro cammino verso di Lui, della nostra scelta per il bene.
Lui sa che solo questo ci darà la felicità vera ed eterna. E sa anche che, in quanto creature umane, andiamo incontro (nonostante la buona volontà) a cadute, errori, imperfezioni. E rimane sempre disposto a perdonarci...se ritorniamo a Lui con cuore sincero.
Il punto è tutto qui: se ci allontaniamo da Dio al punto da diventare “sordi” ad ogni suo richiamo, e come il bambino eccessivamente monello, commettiamo grandi peccati, prendiamo la strada del male, Dio, come una mamma, necessariamente deve “punirci”, darci uno scossone, tentando, in questo modo, di farci aprire gli occhi e rimetterci sulla via del bene.
Chi nega che Dio “castighi”, asserendo che il Signore non possa volere qualcosa di apparentemente “cattivo”, non comprende forse che la Giustizia divina è, in un certo senso, sempre inclusa nella Sua grande Misericordia.
La madre non punisce il figlio per cattiveria, non si fa “snaturata” nel momento in cui infligge una punizione.
 Punisce per correggere, come il medico disinfetta una piaga usando un medicinale che brucia sulla ferita aperta...ma è necessario per uccidere i batteri che la infestano.
Allo stesso modo, Dio “castiga” per risvegliare le coscienze dell'umanità.
In un volume di Mons. Antonio Galli “Scoperti in Vaticano i Segreti de La Salette”, si leggono alcune pagine veramente interessanti su questo punto...che purtroppo evidenziano anche come, finanche in ambienti ecclesiastici, a volte si prenda l'appiglio del “Dio buono e ricco di Misericordia”, per negare il significato “correttivo” (e quindi anche necessario!) della “punizione”.
Per prima cosa, Mons. Galli riporta queste interessanti riflessioni di Padre Volken: “A La Salette la Vergine non annuncia soltanto i castighi come conseguenza del peccato, ma anche le benedizioni come frutto della conversione dei cristiani, invitando così alla penitenza e alla preghiera. E' da notare come la Vergine insista sulla situazione in cui si trova il popolo nei confronti suoi e con Dio e indica l'ultimo dramma che, per causa nostra, si svolge fra lei e il suo Figlio:
Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar cadere il braccio di mio Figlio, esso è così grave e così pesante che non posso trattenerlo”.
Queste furono parole scritte dal padre Salettiano, al termine di un convegno svoltosi ad Altamura nel 2004, in occasione del primo centenario della morte di Melania Calvat (veggente di La Salette).

Fine della prima parte

3 commenti:

  1. Bene!! Hai risposto chiaramente agli interrogativi di quelle persone che puntano solo sulla Misericordia Divina, allontanando il pensiero che Dio possa "correggere", dando punizioni, e nel contempo, spieghi che le sofferenze, siano esse fisiche o morali, sono un aiuto a comprendere che dobbiamo redimerci. Dio non è il giudice inflessibile e severo, e Dio non è neppure così misericordioso, da lasciar correre ogni mancanza, anche grave, per la Sua infinità bontà. Dio è semplicemente GIUSTO: la Sua giustizia è piena d'Amore, Lui ci chiama a sé, utilizzando premi e punizioni, come una brava mamma fa per i suoi figli!

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  2. Carissima, il problema è che oggi si confonde molto il giusto significato della parola "giustizia", semplicemente perché il metro di giudizio umano, si è sempre più allontanato da quello divino!

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  3. Certo, hai ragione!! Ma noi siamo esseri umani, e quindi cercare di capire fino in fondo la giustizia divina è un mistero. Allora seguendo il Vangelo, riusciamo ad avvicinarci a meglio comprendere ogni cosa, poiché Cristo ha detto: "io faccio il volere del Padre mio". Quindi Lui conosceva la giustizia divina: il Figlio deve seguire gli insegnamenti del Padre, per essere come Lui!!! E noi dobbiamo seguire gli insegnamenti di Figlio, per arrivare al Padre, tramite Lui!!

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