domenica 31 gennaio 2010

Spiritualità salesiana / 1


DON BOSCO E LA CARITÀ "ALTERNATIVA"
Un episodio della vita del santo

Di San Giovanni Bosco sono noti moltissimi episodi, dal sogno famosissimo che fece a soli 9 anni, alla fondazione del primo oratorio, alla nascita della congregazione salesiana (di cui quest'anno ricorre il 150° anniversario e per la quale oggi comincia anche l'anno centenario della morte di Don Rua).
Ma nel giorno della sua festa mi piacerebbe soffermarmi su un “piccolo evento” dell'infanzia di Giovannino - forse meno noto di tanti altri- per riflettere sul tema della “carità”.
Nel volumetto “Don Bosco” delle edizioni SEI -anno 1965- è narrato il delicatissimo espediente dello “scambio del pane”, in cui già si intravede molta della “tattica” donboschiana per attirare a sé i giovani -attuata quasi senza farlo loro notare- così come della sua premura per la “questione sociale”.
Giovannino lavora: ogni giorno conduce al pascolo la mucca della stalla. Suo compagno è un ragazzino svelto e vivace come lui, un certo Secondo Matta che, scalcagnato e povero, ha per colazione solo un tozzo di pane nero. Giovannino invece ha sempre pane bianco, cotto al forno da mamma Margherita.
La differenza salta subito agli occhi. E una mattina Giovanni dice all'amico:

  • Vuoi che cambiamo il pane?
  • Perché?
  • Perché il tuo mi piace di più.
  • D'accordo.
Da quel giorno il più povero dei due affonda i denti nel pane bianco di Giovannino. Ecco come il ragazzo dei Becchi risolve, per parte sua, la questione sociale: senza nemmeno pensarci, alla scuola della bontà.”

Il “metodo” attuato all'epoca dal piccolo Giovanni Bosco, ci dà veramente spunti interessanti sui quali riflettere, per fare si che la nostra “carità” non sia “evidenziata” da gesti plateali e “malfatti” -che potrebbero sottolineare ancora di più le necessità del nostro fratello, mettendolo così in difficoltà- bensì rifletta tutta la delicatezza del venire incontro ai bisogni del nostro prossimo, alla stessa maniera in cui Dio, viene incontro ai nostri.
Dice infatti il Santo Padre, nell'enciclica Deus Caritas Est: “l'intima partecipazione personale al bisogno e alla sofferenza dell'altro diventa così un partecipargli me stesso: perché il dono non umilii l'altro, devo dargli non soltanto qualcosa di mio, ma me stesso, devo essere presente nel dono come persona”.
Si può certamente constatare come Don Bosco, già da piccolo, avesse intuito questa grande verità: ricorre, per fare del bene al suo compagno di lavoro, allo stratagemma del “pane più saporito”, senza ovviamente dire che, l'elemento che rendeva ai suoi occhi così gustoso quel pane nero, era il profumo della carità! In questo “fattore” sta il suo donarsi come persona: non vuole creare imbarazzo nel suo piccolo amico, non vuole farlo sentire povero, si mette dunque in gioco, in prima persona, “rischiando” quasi di fare la figura del “goloso del cibo altrui”!
Con questo atteggiamento, Giovannino svela anche il volto di un Padre che con mille “astuzie” ci fa ogni giorno dono del suo “amore”, senza umiliarci, senza farci notare l'enorme sproporzione tra il nostro essere creature ed il suo essere Creatore.
L'amore di Dio è un regalo gratuito, così gratuito e disinteressato, che Lui stesso ha deciso di portarsi al nostro “livello”, facendosi bambino, facendosi uomo, morendo come noi, per farci comprendere che la vera “carità” non consiste nel sottolineare le mancanze (materiali o spirituali) altrui, ma nel donarsi senza riserve e senza far pesare questo dono, senza chiedere nulla in cambio.
Non solo, ma l'approccio di Don Bosco alla questione sociale, già in questo episodio della sua fanciullezza, rivela anche come l'impegno personale, a volte anche spicciolo, non possa e non debba mai venir meno, con la scusa di delegare allo Stato, alle associazioni, al volontariato.
Ad un mondo migliore si contribuisce soltanto facendo il bene adesso ed in prima persona, con passione e ovunque ce ne sia la possibilità, indipendentemente da strategie e programmi di partito”.
Lo dice sempre il Santo Padre, nell'enciclica sopra citata.
Sull'esempio di Don Bosco e sostenuti dal magistero petrino, impegniamoci anche a noi fare della carità, non solo un dono di “cose”, ma anche una condivisione del nostro stesso “io”.
E buona festa di Don Bosco a tutti! 


PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO
 
O padre e maestro della gioventù, San Giovanni Bosco, che hai tanto lavorato per la salvezza delle anime sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre e la salvezza del prossimo.
Aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano.
Insegnaci ad amare Gesù sacramentato Maria Ausiliatrice e il papa.
Implora da Dio per noi una buona morte affinché possiamo raggiungerti in paradiso.
Amen







Ecco due link per approfondire la figura di San Giovanni Bosco: 

3 commenti:

  1. Che bell'insegnamento, quello dello scambio del pane! Aneddoto che tra l'altro non conoscevo. Quante cose ci sono da imparare, dai Santi!!
    Grazie, questo post è davvero santificante.
    Buona giornata della Famiglia! San Giovanni Bosco, con i suoi ragazzi, ha creato davvero una grande famiglia.

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  2. Auguri anche a te!
    Sai, il padre predicatore della Messa Vespertina, ha detto proprio quello che tu hai sottolineato: Don Bosco è riuscito ad essere un padre, a creare una famiglia per i suoi ragazzi:) E' una felice coincidenza che quest'anno, la sua festa e la giornata della famiglia, cadano nello stesso giorno:)

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  3. DON BOSCO E' STATO IL SANTO DEI GIOVANI, CUI X DONO DIVINO ERA ESTREMAMENTE LEGATO....ANCHE IO (NEL MIO PICCOLO) MI ISPIRO SPESSO A LUI (ANCHE IO LAVORO X I GIOVANI), PIU' CHE MAI I GIOVANI OGGI HANNO BISOGNO D'AIUTO, XCHE' X LA MAGGIOR PARTE RIMANGONO IRRETITI DAL MATERIALISMO (SESSO SBAGLIATO, DIVERTIMENTI, ZERO SACRIFICI, ECC...)PECCATO CHE TUTTO CIO' DIA SOLO UNA FELICITA' POCO DURATURA E POI.........IL VUOTO ASSOLUTO!!

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