giovedì 28 febbraio 2013

UN NOME, UN PROGETTO DI DIO. IL GRAZIE DEL BLOG A PAPA BENEDETTO XVI- JOSEPH RATZINGER


La Parola di Dio ci insegna che il "nome" di un uomo non è mai casuale.
Il nome racchiude un'essenza, un progetto, un significato.

La creazione stessa si apre con la presenza del Creatore che attribuisce a ciascuna delle cose create un nome preciso.
Solo con l'entrata in scena dell'uomo, apparentemente, qualcosa cambia: non è più Dio ad assegnare un identificativo, ma la creatura stessa, che decide di chiamare "donna" colei che era stata creata dalla sua stessa carne (cfr Gn 2,23).

Da quel momento in poi la storia  diventa un intreccio, una compartecipazione quasi, fra l' iniziativa divina e quella umana: 
  • nei momenti cruciali delle vicende di Israele, è Dio che prende l'iniziativa (come quando Giacobbe riceve il nome nuovo di Israele, o Sara quello di Sarai); 
  • in altri, è nuovamente l'essere umano che rivela l'identità di qualcuno attraverso l'attribuzione del nome (Adamo dona il nome ai propri figli; Anna decide di chiamare Samuele il figlio a lungo atteso...e così via).

Il nome -e lo si nota con maggiore intensità al momento della nascita di Giovanni Battista e poi Gesù, di cui egli fu precursore- è quasi una tessera di riconoscimento per ogni uomo.
Rivela il progetto di Dio su quella creatura e, nella risposta personale di chi si attribuisce quel nome, o lo riceve, anche la risposta umana a quel disegno divino.

Da giorni penso a questi particolari, scrivendo mentalmente -ma soprattutto nel cuore- il mio grazie a Papa Benedetto XVI.


Joseph Ratzinger. 
Joseph, GIUSEPPE.

Etimologicamente, il nome deriva dall'ebraico e significa "accresciuto da Dio".


Eppure, l'uomo che nel Vangelo è stato maggiormente "accresciuto da Dio" -San Giuseppe- è paradossalmente l'uomo più silenzioso.
Un nome...un progetto: Dio accresce Giuseppe donandogli Maria e Gesù.
Dio aggiunge qualcosa nella vita di questo Santo, dandogli la Vergine -modello e figura della Chiesa futura- e quel Bimbo Divino che è il Capo della Chiesa.
Dio accresce....ma l'uomo rimane nel silenzio.
"La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio" (1Cor 13,4)

La vita di Giuseppe è una vita di servizio, nascosta, "muta", eppure è la vita in cui custodisce, preserva, difende gli esseri più preziosi di tutti i tempi: il Verbo Incarnato e la Madre di Dio.
Delle sue "ascesi mistiche", della sua interiorità, del grado di alta contemplazione che di certo avrà raggiunto, non si sa nulla.
I Vangeli tacciono.
Ci rimane la testimonianza, però, di un uomo capace di "cogliere" i segni della presenza di Dio nella propria vita, svelata anche in linguaggi particolari, come quelli del sogno.

Proprio Benedetto XVI - Joseph Ratzinger, nel suo "L'infanzia di Gesù", scrive a tale riguardo:

"Solo ad una persona intimamente attenta al divino, dotata di una peculiare sensibilità per Dio e per le sue vie, il messaggio di Dio può venire incontro in questa maniera".

L'uomo di vera preghiera, il vero uomo di Dio, lascia sempre delle tracce della sua profonda comunione con Lui.
Basta saperle leggere....

Tanto accresciuto è San Giuseppe, da essere diventato il Patrono e Protettore della Santa Chiesa, lui, il silenzioso e umile lavoratore nella "vigna" di Nazareth, posto accanto al Vignaiolo in Persona....

Papa Benedetto XVI è stato anche lui "accresciuto da Dio": ha ricevuto il più alto ministero della Chiesa, quello petrino.
Ha ricevuto in custodia la Chiesa stessa, di cui Capo è solo Cristo -come ha ribadito più volte in questi ultimi giorni.

Come San Giuseppe, di cui porta il nome, ha posto l'accento -nel suo pontificato- sul servizio alla Chiesa e sul primato della preghiera.
Senza "mostrare" sé stesso, ha messo DIO al centro del proprio ministero.

Eppure, in questi giorni, più che mai, ci ha dato tante piccole tracce della sua vita di intimo contatto con Dio.
Non da ultima, quella meravigliosa espressione: "Il Signore mi chiama a salire sul Monte", pronunciata con estrema naturalezza nel corso dell'ultimo Angelus.

Due parole:

"mi chiama",


che al di là della loro semplicità, spalancano il senso grandioso, misterioso del divino, del trascendente che opera in ogni uomo, il fascino di un a tu per Tu nel deserto bonificato di una preghiera che si fa ascolto di Dio soltanto....

Ma ora è "Papa Benedetto" che parla, sebbene rimanga in lui sempre quel "Giuseppe" che è il nome con cui ha continuato a firmare la sua trilogia su Gesù di Nazareth.

E Benedetto (dal latino "benedictus" "che augura il bene"), ci sta veramente augurando il bene.
Auspica un futuro coraggioso alla Chiesa, quella Chiesa che vede viva, di cui noi facciamo parte.
A noi consegna innanzitutto la staffetta della fiducia in Colui che "ci guiderà" (catechesi 13/02/13).
E ci dona anche quella della FEDE, una fede da vivere con gioia, perché è "un dono che nessuno ci può togliere"! (catechesi 27/02/13)

Ci offre però e soprattutto, la staffetta della PREGHIERA, che è veramente l'arma più potente, più importante, senza la quale nemmeno Dio fattoSi Carne ha voluto operare. 

Al contrario: il Verbo Divino, l'Uomo Dio ha fatto dell'orazione, del'incontro con il Padre sul Monte, il fulcro di ogni Sua giornata, il centro di tutte le Sue decisioni, il culmine dell'ultima salita, quella sulla Vetta della Croce, in un atto di abbandono totale, fiducioso a Dio Onnipotente.

Sì, facciamo nostre le parole del Santo Padre: pregare non è mai scendere dalla Croce.
Pregare è rimanere inchiodati, crocifissi con lo spirito a quella Croce che è braccia spalancate per i bisogni di tutti, continuamente rivolte a Dio, in un'unione ininterrotta con Colui che regge le sorti del mondo, della Sua Chiesa, di ognuna delle nostre vite.

SANTITA', la Croce di Cristo ci attira tutti (cfr Gv 12,32), per questo le assicuriamo che saremo con Lei, in unione di preghiera, "per il bene della Chiesa".
Ciascuno di noi nel proprio piccolo, ma in un unico, grande respiro orante, che allarga il polmone della Fede e le dona aria sempre nuova e pulita.


Saperci assieme a Lei, in questo silenzio fecondo di vicinanza orante ci dona la certezza che neanche noi ci sentiremo soli!

GRAZIE, PAPA BENEDETTO!

TI VOGLIAMO BENE :) !

Nessun commento:

Posta un commento