martedì 12 febbraio 2013

RIFLESSIONI, SOLO RIFLESSIONI....


Cari amici del blog, occasionali o fedeli lettori,
questo non è un post come gli altri, non è una riflessione spirituale, non è uno spunto di meditazione...vuole semplicemente essere la condivisione di emozioni, pensieri, preoccupazioni.

Come tutti, anche io ho accolto la decisione del Santo Padre con confusione e sbigottimento.


Con tristezza anche, molta tristezza, perché Benedetto XVI è per me il "mio" Papa, quello per il quale ho "tifato", quello che ho seguito dall'inizio, un uomo di Dio, un esempio di umiltà, di preghiera, un mite che mi ha insegnato molto e che moltissimo mi ha dato in un momento di crescita spirituale che stavo vivendo, accompagnandomi con i suoi scritti, i suoi gesti, le sue azioni.

La riflessione a caldo non ero in grado di condividerla con voi: lo sconcerto non è un sentimento facilmente trasmissibile.
Lo si vive a pelle, lo si legge negli occhi, in un rimanere senza parole.
Non è semplice da far passare attraverso la rete. 
Ho preferito usare la foto di uno dei ricordi più belli della mia vita, ossia dell'Udienza generale del 23 dicembre 2009.

A mente fredda, fra la tristezza per una situazione che è comunque di "perdita" di un Papa che per me è stato Padre, aiuto, guida, si fa anche spazio una serie di sentimenti che penso abbiano animato in tanti: in primo luogo la riconoscenza per il dono che è Benedetto XVI per la Chiesa intera, per quanto ha fatto, detto...ed anche non detto (il silenzio è eloquente, in molti casi!)

Non dimentichiamo una cosa: un Papa che rinuncia al ministero rimarrà comunque un Papa, anche se non regnante, sarà sempre ricordato come quello che è stato nell'esercizio del suo ministero e per quello che ha dato alla Chiesa.

Ha preso poi il sopravvento poi un sentimento di ammirazione per la sua grande umiltà: non crediamo sia facile compiere -davanti al mondo intero e con la gogna mediatica di oggi- un gesto di questa portata.
Qualunque ne siano le motivazioni reali e profonde, non dimentichiamo che non puntano gli occhi addosso al Papa solo i cattolici, ma anche gli atei, i credenti di altri religioni, i semplici e i dotti....i sostenitori e i detrattori...
E' un gesto di umiltà, in una società come la nostra, ammettere "ho dei limiti";
è un gesto di umiltà ammettere: non voglio che altri governino di fatto al posto mio, mentre io non posso farlo;
è un gesto di umiltà andare controcorrente rispetto alla mentalità di chi vede nel "potere" uno scettro da non cedere mai...

Ma la mia grande ammirazione verso questo Papa è anche per quella scelta che riguarda il "dopo"  pontificato: una scelta che mi fa apparire ancora di più il senso di grandezza di un Papa che dice "Non posso continuare, ma rimango dove il Signore mi ha comunque voluto, in Vaticano".

Pensando bene a questa decisione, la trovo molto coraggiosa e piena di delicatezza, pastorale, umana, spirituale.

Un Papa che decide di passare il resto dei suoi giorni nell'ombra, fra le mura di un monastero di clausura, quasi "prigioniero in Vaticano":
per non esporsi alla dirompente media-mania che lo coglierebbe di sicuro; 
per non distogliere l'attenzione dal futuro Papa regnante che salirà al soglio di Pietro;
per manifestare, concretamente, quasi tangibilmente, che il suo non è un gesto di "resa", ma di vero servizio. Un servizio che svolgerà diversamente, ma che continuerà a svolgere.

Continuerà a scrivere, il Papa teologo che abbiamo conosciuto?
Sinceramente, considerando questo insieme di fatti, propenderei per una risposta negativa.
Sarebbe un controsenso rispetto a questa opzione di vita "ritirata", di servizio nella preghiera e nella riflessione, lontano dai riflettori, per non intralciare il nuovo Pontefice, ma pur sempre in Vaticano,

Ci vuole coraggio a salire da soli in Croce, 

ci vuole molta ipocrisia, da parte anche di tanti cattolici, a dire che invece Benedetto XVI sia sceso dalla Croce.
La Chiesa non si governa solo con i sentimenti e le preghiere.
In tanti hanno criticato la decisione di Giovanni Paolo II che, lo sappiamo bene, non ha potuto materialmente reggere le sorti della Chiesa negli ultimi periodi del suo pontificato.

In tanti ora criticano un Papa che, in piena coscienza e libertà, dopo riflessione e preghiera, decide di affidare quella stessa Chiesa nelle mani di un Papa che possa reggerla senza il rischio di ingerenze e manipolazioni altrui.

Non a tutti Dio chiede lo stesso tipo di Croce, non dimentichiamolo!

Perdonate la franchezza: quale padre di famiglia, dopo scandali in casa sua, e tradimenti di un certo livello, non si preoccuperebbe di evitare che in futuro il buon governo della casa venga affidato a mani non serie, non responsabili?

E perdonatemi anche un'altra franchezza: ho sentito dire, oggi, che nessun laico intervistato ha criticato la scelta del Papa.
Non diventiamo cattolici buonisti: è una scelta, quella di Benedetto XVI, che a molti farà comodo!

Siamo coraggiosi, in questo momento, per testimoniare con coerenza la Verità: se ne approfitterà per tirare fuori i soliti discorsi sul Vaticano II, sulla pedofilia, sugli scandali economici, mettendo in bocca al Papa cose mai dette (io stessa oggi ho dovuto affrontare discussioni di questo genere).

La Parola di Dio ci dice: "NON POSSIAMO TACERE"! (At 4,20)
E' difficile, umanamente difficile per chi vive questo momento come doloroso, non solo per la perdita subita, non solo per la situazione che si apre nella Chiesa e per la sofferenza che il Papa stesso sta provando.

Cristo che è Verità, ci chiede di continuare a fidarci di Lui e di rimboccarci le maniche.

Chi sta vivendo questo momento con i sentimenti che agitano non solo me, ma tanti di noi, può comprendere cosa voglia dire.
Saprete capirmi anche se ora in me prende il sopravvento il dire un sentimento, più che uno scrivere in stile e con eleganza.

Preghiamo, testimoniamo, ringraziamo Dio per il dono di Benedetto XVI, per il dono della Chiesa stessa che è nostra Madre ed invochiamo lo Spirito Santo perchè il nuovo Papa sappia consolidare il già fatto, proseguire l'intrapreso, iniziare ciò che riterrà opportuno.

UN GRAZIE DI TUTTO CUORE ALLO SPIRITO SANTO CHE CI HA DONATO UN GRANDE PAPA COME BENEDETTO XVI....

Ricordiamo che non c'è solo il martirio fisico...ma anche quello spirituale, morale...

ricordiamoci che non è solo uomo di preghiera e mistico chi è dotato di particolari segni esterni di questa vita di preghiera.

La grandezza della vita interiore di alcuni passa quasi inosservata ai più, ma viene colta da tanti altri.

Benedetto XVI è un grande esempio di preghiera intensa, di rapporto con Dio in vera orazione, ma anche di nascondimento nell'umiltà.

La sua scelta, frutto di preghiera, è sicuramente risposta ad una volontà di Dio alla quale dobbiamo anche noi, come pecore del Suo gregge, abbandonarci in piena fiducia.

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