venerdì 30 novembre 2012

NOVENA A MARIA IMMACOLATA: "LE RETI" DI MARIA IMMACOLATA...


PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA

Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre.
Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori.
Regina degli apostoli, rendici apostoli, faa' che nelle tue sante mani noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione e santificazione del nostro mondo peccatore.
Condividi con noi la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto.
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito.

AMEN





"Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, 
Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, 
che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 
E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».

 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 
Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono".







Il Vangelo di oggi -festa liturgica di Sant'Andrea apostolo- mi fa pensare alle "reti" di Maria: reti di rinuncia, reti di fiducia, reti di abbandono in Dio.

Il  SI' di Maria Immacolata all'annuncio dell'Angelo è un accettare -senza ma e senza se- la svolta totale che Dio opera nella propria vita, lasciando che le reti di preoccupazioni materiali, familiari, di progetti personali, rimangano cose del passato, pensieri cui più non occorre badare.

 "Solo Dio basta", direbbe Santa Teresa d'Avila.

Noi a volte fatichiamo ad essere come Maria, ci è più naturale agire come Andrea e Simone, impigliati nelle reti materiali delle cose che ci sembrano indispensabili per vivere...e abbiamo paura di avere la prontezza della Vergine che lascia la propria abitazione per recarsi in montagna dalla cugina Elisabetta; partorisce in una grotta; abbandona la propria terra per andare nello straniero Egitto; trova per casa di agonia i piedi del Calvario ed infine prende dimora presso Giovanni.

Noi non siamo facilmente come nostra Madre, che lascia le reti familiari -finanche quelle degli affetti più santi- per vivere "spogliata" di tutto: prima di Giuseppe, poi di Gesù, poi di tanti dei Suoi discepoli che vede morire martiri del Cristo Suo Figlio.

Lasciare le reti ci spaventa, mette a nudo le nostre fragilità, ci mostra in tutta franchezza la debolezza di essere umani.

"Appoggiando fragilità su fragilità sosteniamo il mondo", scriveva Padre E. Ronchi nel commento al Vangelo di due Domeniche fa.

Maria è stata una donna umanissima. Umana come noi.
Umana più di noi, perché umana senza essere sfiorata dal peccato originale.

Maria è Tutta Pura: sentire pieno e senza macchia di malizia.

Possiamo allora immaginare l'umana fragilità di Maria nel dover partorire il Figlio di Dio nella povertà e sporcizia di una stalla: e trovò l'appoggio di Giuseppe, Suo casto Sposo, affranto dallo stesso dolore della Sua Sposa.

Possiamo immaginare l'umana fragilità di Maria nel sostare ai piedi della Croce: e trovò l'appoggio in Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù. Il discepolo più affranto, per l'agonia dell'Amico.

Possiamo immaginare l'umana fragilità di una Madre alla morte del Figlio che sembrava porre fine ad ogni speranza messianica, ad ogni promessa di Amore Infinito: e trovò sostegno in quello stesso Uomo-Dio che aveva accettato la fragilità umana della morte, prima di risorgere.

Sia oggi Maria Immacolata il nostro sostegno e ci conduca a trovare il coraggio che poggia sulla FEDE per affrontare tutti i dolori, i distacchi, gli strappi delle reti della nostra vita.


"Solo Dio basta": quel Dio che si è fatto debolezza, per ingannare la sapienza degli stolti. (cfr 1Cor 1,27)

Quel Dio che ci dimostra che è quando siamo deboli, che siamo forti.(cfr 2 Cor 2,12)

Quel Dio che nel dolore e negli strappi temporanei delle reti della nostra vita, crea tessuti eterni di vicinanza del cuore e dello spirito.

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