giovedì 29 dicembre 2011

SIGNORE...INSEGNACI A PREGARE!


Il Vangelo di Luca, al capitolo 11, ci presenta una scena stupenda: uno dei discepoli, dopo aver atteso che Gesù finisse di pregare, gli si avvicina e Lo esorta:
"Signore, insegnaci a pregare". (Lc 11, 1)

L'esigenza manifestata da questo discepolo mette in luce due particolari elementi, che sono comuni anche alla nostra vita:
  • il discepolo riconosce in Gesù qualcuno -l'Unico- che "sa" realmente come pregare......c'è nella Sua preghiera qualcosa di talmente "forte, visibile" che egli non ha il coraggio di disturbarLo mentre sta colloquiando col Padre e con lo Spirito, ma aspetta che termini il Suo momento di orazione;
  • il discepolo ha....FAME DI PREGHIERA, ma non di una preghiera qualsiasi, che potrebbe anche non essere effettivamente tale...vuole sapere da Gesù come fare a                      pregare VERAMENTE...


Spesso nessuno ci insegna a pregare alla maniera di Gesù, manchiamo di "maestri" che, "come Giovanni" insegnino "ai discepoli" come pregare. (cfr Lc 11,1)
Andiamo in Chiesa, al catechismo, ma non troviamo sempre un....manuale pratico di istruzioni per l'uso della preghiera.
Impariamo a memoria varie orazioni, ma non ci viene spiegato il come pregarle, quale atteggiamento interiore (ed anche esteriore, a volte) tenere per far sì che quella preghiera sia non solo espressione vocale, ma anche e soprattutto dell'anima, del cuore....

Fortunati, dunque, se e quando incontriamo qualcuno che ci aiuti a superare la "dimensione" solo esteriore della preghiera, per farne un'esperienza di amore intimo, spontaneo, colloquiale con Dio...alla maniera di Gesù!
Questo qualcuno può essere un santo che scopriamo attraverso i suoi libri, un sacerdote, un amico che abbia già percorso un cammino di preghiera....

Santa Teresa d'Avila, ad esempio, offre coi suoi testi uno "spunto", ma soprattutto una scuola per chi vuole vivere la spiritualità carmelitana- per avviare questo modo di pregare...da Cuore a cuore...
Leggendola si può ad esempio comprendere che anche una preghiera come il Santo Rosario, apparentemente ripetitiva, può essere un incontro con il Signore, meditando mentalmente -ricorrendo anche all'immaginazione- sulle scene presentate dai misteri.
Pensando a ciò che scriveva la Santa -ricordarsi di essere alla presenza di Gesù anche nella preghiera vocale- si può passare da una preghiera vocale...ad una preghiera del cuore...

Non che non costi fatica, almeno inizialmente, tenersi "concentrati" e senza distrazioni.
Ma Santa Teresa aveva previsto anche questo...e la scuola carmelitana, specie con Santa Teresina, trova un "rimedio" anche alla distrazione: offrirla al Signore, magari convertendola in ulteriore preghiera, magari per le persone  o le situazioni che vengono a disturbarci, togliendoci l'attenzione che vorremmo mantenere. Il Signore apprezza lo sforzo, anche quando il risultato non è...ottimale!

Se si vuole fare un passo ulteriore...si può pregare ricorrendo all'orazione mentale teresiana: un colloquio amichevole con il Signore, rappresentato nella propria immaginazione come meglio ci aggrada per pensare di essere realmente (e lo siamo, nell'orazione!) in Sua compagnia: starGli accanto vuol dire poterGli parlare liberamente dei propri problemi, esporGli le proprie richieste, rimettersi fiduciosamente al volere di Dio.
A volte...anche e semplicemente rimanere silenziosamente accanto a Lui, se la preghiera viene apparentemente "complicata" dalle aridità di spirito.

Si può ancora andare...oltre: portarsi non solo con la mente, ma anche fisicamente, dinnanzi alla presenza di Gesù viva e vera, quindi fare l'orazione in Chiesa, davanti al Santissimo Sacramento nascosto dal Tabernacolo.
Si potrebbe dire che, in questo caso....il "mistero" della preghiera aumenta: il Verbo Incarnato è con noi perché è realmente presente sotto le Specie Eucaristiche...ed è realmente presente pure nell'orazione mentale....
Si può anche non ricorrere a molte "parole", ma rimanere semplicemente davanti a Gesù che ci ama di infinito d'amore...e dopo averLo "ascoltato" essere anche noi a prendere la parola....

Un carissimo amico sacerdote, mi faceva notare proprio come la stessa struttura del "PATER"   rifletta questo "ordine" nella preghiera.

Il Vangelo di Matteo, al capitolo 6, riporta infatti queste parole di Gesù:

"Pregando poi, 
non sprecate parole come i pagani, 
i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro,
 perché il Padre vostro 
sa di quali cosa avete bisogno 
ancor prima che gliele chiediate". 
(Mt 6,7-13)

Nel Pater, Gesù 
  • dapprima "magnifica" il Signore, riconoscendolo per quello che è, Padre;
  •  Gli attribuisce lode, gloria, onore.... e si rimette al Suo volere....
  • solo nella seconda parte della preghiera espone di fatto quelli che sono i bisogni -tanto materiali quanto spirituali-. 
  • e  nel farlo, sottolinea con maggiore insistenza proprio la necessità di implorare questi ultimi, dicendo :
  •  rimetti a noi i nostri debiti;
  • rendici capaci di perdonare;
  • donaci la forza di vincere le tentazioni;
  • liberaci dal male.


Nella richiesta -unica e sola- del pane quotidiano (che include anche il Pane degli Angeli...la Santa Comunione), Gesù racchiude tutte le necessità temporali dell'uomo.
Si evince quindi il primato della lode a Dio Padre, e della richiesta dei beni spirituali su quelli materiali.

Che la nostra preghiera possa essere dunque così: uno "sprofondare" nella pace del Divino Amore del Cuore di Gesù, che non richiede molte parole, ma la semplicità del nostro affetto nel momento in cui ci portiamo alla presenza del Signore (tanto quando preghiamo a casa, tanto quando siamo in Chiesa);
che il nostro stare con Lui possa essere un canto di lode al Padre, Creatore del Cielo e della terra;
che il nostro colloquiare da amici con il Verbo Incarnato ci spinga sempre di più a cercare prima il Regno di Dio, perché tutto il resto ci sarà dato in abbondanza!

Buona preghiera a tutti!

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