ORECCHI PER INTENDERE
Meditazioni per la Settimana Santa
Particolare dal Bacio di Giuda (XIV sec.) di Giotto Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. (Gv 18,10-11; 25-27) |
Malco, Pietro e Gesù. Le figure del Venerdì Santo. L'una protagonista assoluta, l'altra coprotagonista... l'ultima, quella di Malco, personaggio secondario. O, almeno, così sembra, all'inizio della scena.
Perché proprio questo Malco, che viene catapultato nell'Orto degli Ulivi solamente per essere mutilato del proprio orecchio da parte di Pietro (e, in Luca, anche guarito da Gesù), scompare solo all'apparenza, rimanendo in verità come un'ombra che "insegue" lo stesso Pietro fino nel cortile della casa del sommo sacerdote.
È qui che il discepolo del Maestro sosta mentre per Gesù cominciano le ore drammatiche del processo, delle torture e della morte in Croce; all'inizio Pietro rimane vicino alla porta, timoroso d'entrare, ma in ansia per le sorti dell'amico e Maestro; poi entra dentro, richiamato da un altro discepolo; e infine si ferma per scaldarsi attorno al fuoco. Spera di essere una presenza in incognito, in attesa di notizie su Gesù, ma la sua non è un'apparizione inosservata: non solo la portinaia e altri lo rammentano come uomo al seguito di Cristo, ma uno dei presenti lo riconosce espressamente perché «parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio». Uno, dunque, che la faccia dell'aggressore del proprio familiare se l'era ben impressa in mente, probabilmente perché profondamente "toccato" dall'ingiustizia subita da Malco.
Non era quello, infatti, un gesto qualsiasi: «Tagliare l'orecchio destro di una persona era all'epoca un marchio di infamia» [1]. E forse Pietro lo aveva fatto veramente nell'intento di "marchiare" a fuoco quel servo, e ciò che esso, di fatto, rappresentava, nel mancato riconoscimento di Gesù.
Infatti, «nel testo greco dei Vangeli, Malco è sempre definito "il servo del sommo sacerdote", con l'articolo determinativo τόν, tón, "il": ciò fa pensare che non si trattasse di un semplice inserviente, bensì di un collaboratore personale e importante del sommo sacerdote» [2].
L'atto "violento" di Pietro ha il sapore di una sorta di "vendetta d'onore". Ma sebbene nell'Orto degli Ulivi egli sia baldanzoso, temerario, impavido nel prendere le distanze da ciò di cui Malco è un simbolo, un rappresentate, non così sarà poi quando veramente per Gesù si avvicinerà l'ora della condanna.
E attorno al fuoco, nel cortile della casa del sommo sacerdote, è Pietro a sembrare il vero mutilato. Quel Pietro tanto umanamente spaventato per quanto potrebbe accadere anche a lui, per la sola "colpa" di aver seguito Gesù; quel Pietro così poco coraggioso, sul momento, di subire la stessa sorte del Maestro per amore della Verità; quel Pietro che di impavido, ormai, ha conservato solo il ricordo.
Pietro è il vero "mutilato": è "senza orecchi" per intendere. Alla domanda «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?» egli prende allora in prestito le "orecchie da mercante", e risponde con una menzogna, negando di conoscere il Cristo.
Gesù, d'altronde, lo aveva detto, non solo nel preannunciare proprio a Pietro il suo triplice tradimento, ma anche quando, più in generale, aveva affermato: «Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello» (Mc 7,5).
Pietro, evidentemente, non aveva ancora misurato le proprie forze. Aveva ben pensato di farlo con quelle degli altri, di giudicare il fratello che stava dall'altra parte, di reagire al rifiuto della Verità con la negazione della Verità (perché la violenza non è mai la Verità).
La lezione del triplice canto del gallo che suggella, con precisione certosina, la sua debolezza, già prevista dal Maestro, gli è necessaria per comprendere che dentro il suo occhio c'è una grande trave, una trave di umanità non ancora modellata nella forza dello spirito. Perché per Pietro né la carne né lo spirito, in questo momento, sono ancora talmente tanto forti da sopportare la prova finale, la sequela definitiva sulla via della Croce.
L'orecchio di Malco, come la trave nell'occhio, sono il monito alla nostra coscienza. Nel mare del nostro essere navigano sempre travi impastate di umanità non ancora fortificate dallo e nello spirito. Ogni giorno bisogna rendersi attenti per scorgerle e levarle via di mezzo. Sempre le nostre orecchie corrono il rischio di diventare deboli ricevitori della verità, perché perse fra i molti suoni, canti di sirene che cercano di sedurci. Ricordarci della nostra debolezza, come di quella di Pietro, ci farà allora del bene. Ci aiuterà a riconoscere che il cammino cristiano è un continuo percorso di purificazione interiore, per imparare a vedere e sentire meglio Dio che passa nelle strade delle nostra vita. Anche quando ci chiede di seguirlo su un cammino di piccole e grandi croci quotidiane.
[1] Voce Malco, Enciclopedia Telematica Cathopedia.
[2] Ibidem.
Anche personaggi cosiddetti minori assurgono - nella vivace penna di Maria - a preziosi moniti.
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