martedì 17 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /3


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Visitare gli infermi


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE

(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.».
 (Lc 1, 39-40)

LA MADONNA VISITA L'UMANITÀ INFERMA

Il gesto della visitazione non è - in senso letterale - quello di una visita ad un'ammalata. Maria si reca da Elisabetta, la cugina che è rimasta incinta in maniera inattesa, e per di  più in età avanzata. Non, dunque, un'inferma vera e propria, ma, a ogni modo, una donna che ha certamente bisogno di cure, di aiuto, di riposo. La Madonna visita la sua anziana parente non solo con lo scopo di comunicarle la grande gioia dell'Incarnazione, ma anche con quello di alleviarle la fatica degli ultimi mesi di gravidanza. Attraverso le parole dell'angelo al momento dell'annunciazione si evince, infatti, che quando Maria concepisce il Figlio di Dio, Elisabetta si trova al sesto mese della gestazione (Lc 1,37) e che la giovane vergine di Nazareth rimane con lei «per circa tre mesi» (Lc 1, 56), dunque, fino al parto o almeno fino alla prossimità del lieto evento. Nella figura di Elisabetta, in un certo senso, ogni cristiano può identificarsi: Dio può irrompere nella vita dei suoi figli con eventi inattesi, eventi che però possono rendere la persona più "vulnerabile", bisognosa di aiuto, inferma in senso lato.
Ma l'atteggiamento di Maria permette di ampliare la riflessione, fino a dire che ella si prende cura degli infermi di ogni genere, di quegli ammalati tanto nel corpo quanto nello spirito.

La medicina della fede, della gioia, della misericordia

Maria, per prima cosa, nel visitare Elisabetta le comunica la propria gioia di essere Madre del Signore. È una comunicazione che si svolge senza parole, tra donne gravide che sembrano ormai parlare una lingua nota solo a esse, un linguaggio non fatto di parole, ma di "presenza".
Allo stesso modo la Madre misericordiosa si avvicina all'uomo per aiutarlo a percepire che Dio non è un'astrazione, ma è il Qualcuno che si rende presente nelle vite dei propri figli, che vuole venire a prendere dimora in essi. Maria, avvicinandosi all'uomo, rende anche il Figlio più vicino alla creatura e prospetta l'immagine reale di un Dio misericordioso, così come ella lo descrive a Elisabetta nel cantico del Magnificat (Lc 1, 50).
La Madonna vuole aiutare gli ammalati nel corpo e nello spirito ad avere fede in un Dio che non dimentica le proprie promesse, ma che le mantiene, appunto in virtù dell'amore misericordioso che Egli prova per l'uomo.
Scriveva Giovanni Paolo II nella Dives in Misericordia, n. 9: «Maria è colei che conosce più a fondo il mistero della misericordia divina. Ne sa il prezzo, e sa quanto esso sia grande. In questo senso la chiamano anche Madre della misericordia: Madonna della misericordia o Madre della divina misericordia; in ciascuno di questi titoli c'è un profondo significato teologico, perché essi esprimono la particolare preparazione della sua anima, di tutta la sua personalità, nel saper vedere, attraverso i complessi avvenimenti di Israele prima, e di ogni uomo e dell'umanità intera poi, quella misericordia di cui "di generazione in generazione" si diviene partecipi secondo l'eterno disegno della SS. Trinità.
I suddetti titoli che attribuiamo alla Madre di Dio parlano però soprattutto di lei come della Madre del Crocifisso e del Risorto; come di colei che, avendo sperimentato la misericordia in modo eccezionale, "merita" in egual modo tale misericordia lungo l'intera sua vita terrena e, particolarmente, ai piedi della croce del Figlio; ed infìne, come di colei che, attraverso la partecipazione nascosta e al tempo stesso incomparabile alla missione messianica del suo Figlio, è stata chiamata in modo speciale ad avvicinare agli uomini quell'amore che egli era venuto a rivelare: amore che trova la più concreta espressione nei riguardi di coloro che soffrono, dei poveri, di coloro che son privi della propria libertà, dei non vedenti, degli oppressi e dei peccatori, cosi come ne parlò Cristo secondo la profezia di Isaia, prima nella sinagoga di Nazaret e poi in risposta alla richiesta degli inviati di Giovanni Battista.
Appunto a questo amore "misericordioso", che viene manifestato soprattutto a contatto con il male morale e fisico, partecipava in modo singolare ed eccezionale il cuore di colei che fu Madre del Crocifisso e del Risorto, partecipava Maria. Ed in lei e per mezzo di lei, esso non cessa di rivelarsi nella storia della Chiesa e dell'umanità. Tale rivelazione è specialmente fruttuosa, perché si fonda, nella Madre di Dio, sul singolare tatto del suo cuore materno, sulla sua particolare sensibilità, sulla sua particolare idoneità a raggiungere tutti coloro che accettano più facilmente l'amore misericordioso da parte di una madre. Questo è uno dei grandi e vivificanti misteri del cristianesimo, tanto strettamente connesso con il mistero dell'incarnazione».

Portare agli altri la medicina della misericordia

Maria si fa aiuto degli infermi con la medicina della misericordia affinché essi, una volta "guariti", imparino a portare agli altri lo stesso farmaco.
«Misericordia significa prima di tutto curare le ferite. Quando uno è ferito, ha bisogno subito di questo, non delle analisi, come i valori del colesterolo, della glicemia… Ma c’è la ferita, cura la ferita, e poi vediamo le analisi. Poi si faranno le cure specialistiche, ma prima si devono curare le ferite aperte. E ci sono anche ferite nascoste, perché c’è gente che si allontana per non far vedere le ferite… » [1]. Maria madre di misericordia sprona dunque ad avere occhi per vedere le necessità, i bisogni, le malattie interiori delle persone che si incontrano. La prossimità della Madre è una prossimità delicata, intuitiva - si potrebbe dire -, non invadente, ma che interviene al momento opportuno. Entrare nella vita di quanti sono ammalati nel corpo e nello spirito richiede la medesima delicatezza, la stessa finezza di cuore, l'identica gentilezza di Maria; significa saper dosare la tenerezza e la fermezza di una madre, ossia rendere concreto quel binomio che ha caratterizzato e caratterizza la madre di Gesù.
«Maria è esempio di madre, capace di un’azione educativa fatta di condivisione del tesoro del cuore, di pazienza e di fermezza, di progressività e di fiducia nell’Altissimo. Ci chiediamo allora: nella nostra responsabilità di testimoni e generatori della vita che viene dall’alto ci sforziamo di essere come Maria nel suo rapporto con Gesù, vicini con tenerezza a chi ci è affidato e rispettosi della sua libertà e del suo mistero? Siamo pronti ad affidare tutto a Dio senza sottrarci ad alcuna delle nostre responsabilità? Siamo capaci di ascolto verso tutti, senza venir meno al dovere di testimoniare la verità che solo libera e salva?» [2].


NOTE

[1] Francesco, Discorso, 6 marzo 2014.

[2] Bruno Forte, Maria di Nazaret: vergine, madre e sposa, disponibile sul sito internet della rivista Note di Pastorale Giovanile


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