domenica 27 settembre 2009

Spiritualità carmelitana / 7


NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX / 6
"Ma petite Thérèse a une prédilection pour Parme"

"La mia Teresina ha una predilezione per Parma"....così si rivolgeva Madre Agnese di Gesù, sorella di Santa Teresina e priora del monastero di Lisieux, alle suore carmelitane scalze di Parma, in una lettera loro inviata negli anni 20.
Già, il cuore della piccola Teresa è tanto grande e può sprigionare un affetto tutto speciale per queste sue sorelline italiane, che ricambiano con altrettanto amore questo segno di "predilezione"!
Vi siete incuriositi abbastanza????
, così narrano di questo legame tutto speciale tra Teresina e il Carmelo di Parma!
Bene....allora è venuto il momento di lasciare la parola proprio a loro, le monache carmelitane scalze di Parma (http://www.carmelitanescalzeparma.it/x/santa.teresina.e.parma.htm)


(questa e le altre foto ritraggono la Chiesa del monastero)


Tutti sanno chi è Santa Teresina...


I nostri missionari ci raccontano che in molte capanne dei villaggi più sperduti dell'Africa, dove non sono ancora arrivate nè luce, nè telecomunicazioni, nè strade, è arrivata però... la classica immagine di Santa Teresa di Gesù Bambino, che sorride mentre stringe fra le mani il Crocefisso e l'immancabile mazzo di rose.
Questa giovane monaca, morta ventiquattrenne nel 1897, è una delle sante più popolari della cristianità. Patrona delle missioni, ora detiene pure un singolare record di precocità, essendo la più giovane dei Dottori della Chiesa, titolo che il Papa le conferì solennemente nel 1997.
Dunque, una santa che non ha bisogno di presentazioni.
...ma non tutti sanno che...

Quello che invece ben pochi conoscono è il rapporto davvero privilegiato che intercorre fra la Santa di Lisieux e la nostra città. In vita non risulta che Teresina si sia mai occupata di Parma; in compenso se ne occupò dopo la morte, e abbondantemente! Anzi, la sua canonizzazione passò proprio per la nostra città...

Un quadro...
Madre Pierina Valli, che nel '900 fu più volte priora nel nostro monastero, aveva una cugina che si dilettava di pittura e che realizzò per noi un quadro ad olio raffigurante la Beata Teresa di Gesù Bambino. Beata, abbiamo detto: infatti non era ancora stata canonizzata.
...un caso disperato...
Parma, anni '20. Gabriella Trimusi, una giovane suora appartenente alle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (una congregazione nata nella nostra città e qui molto nota e stimata) da anni era affetta da una forma tubercolare che le causava dolori acutissimi, febbri costanti, e una progressiva incapacità motoria; a tutto ciò si aggiungeva addirittura la distruzione di un disco intervertebrale.
Alla medicina non restò che definire il caso come disperato.
...e un miracolo
24 giugno 1923. Accompagnata dalla premurose consorelle, Suor Gabriella si recò nella chiesetta del Carmelo e pregò davanti al quadro, nè si scoraggiò quando le parve che i suoi dolori, anzichè placarsi, aumentassero. Rientrata a casa, sentì l'ispirazione di togliersi il busto rigido senza il quale le era impossibile sorreggersi: arrivata all'ultimo gancio avvertì la cessazione istantanea di ogni sensazione di dolore.

Era guarita: istantaneamente, inspiegabilmente, permanentemente.

Il riconoscimento ufficiale
Informato della cosa, il Vescovo di Parma - il Beato Guido Maria Conforti - si affrettò a istituire un tribunale ecclesiastico, che produsse un'ampia documentazione da inviare a Roma: dove la Congregazione dei Riti riconobbe gli estremi del miracolo.
E fu proprio questo il miracolo che - dopo il canonico tuto procedi posse di Pio XI - aprì alla Beata Teresa la strada della canonizzazione.

Parma e Lisieux
Le monache di Parma si misero in contatto con la Priora di Lisieux Madre Agnese di Gesù (ossia Paolina Martin, sorella della Santa, sua confidente e seconda mamma) e fra i due Carmeli si stabilì un affettuoso rapporto epistolare.

Una statua velocissima!
Il nostro Carmelo, progettando la costruzione di un altare in onore della petite Thérèse, chiese a Madre Agnese l'invio di una statua in grandezza naturale della Santa in atto di spirare: la Priora di Lisieux rispose assicurando l'invio del simulacro, ma avvertendo contemporaneamente che la spedizione avrebbe comportato tempi lunghi e che occorreva premunirsi di pazienza. Ma si verificò un fatto singolare: dopo pochissimi giorni dalla formulazione della richiesta... la statua era già a Parma, mentre la succitata lettera con la quale Madre Agnese invitava ad avere pazienza arrivò molto tempo dopo!

Ma pètite Thérèse a une prédilection pour Parme...
Tutte queste «attenzioni» della Santa di Lisieux nei nostri confronti non passarono inosservate e meravigliarono la stessa Madre Agnese, che ci scrisse: Ma pètite Thérèse a une prédilection pour Parme...

Un altare ricco di memorie
Torniamo all'altare. Con lo stile dell'epoca, le nostre cronache raccontano che l'altare il 18 novembre 1926 nell'umile nostra chiesina fu consacrato da Sua Ecc. Mons. Vescovo Guido Maria Conforti di Parma [...] come un piccolo monumento dove la Santa perennemente sorridesse ai buoni Parmensi e dal suo giaciglio ripetesse coi fatti: 'Nessuno mi invocherà senza essere esaudito'.
Quando, nel 1957, fu inaugurato l'attuale monastero, il piccolo complesso - altare, quadro e simulacro - fu collocato nelle chiesa di Santa Maria Bianca annessa al monastero e qui si trova tuttora, sul lato sinistro di chi entra.
Un quadro legato a un miracolo, una statua che giunse a Parma con inspiegabile velocità, un altare consacrato da un vescovo che la Chiesa ha proclamato Beato: un concentrato di memorie e santità.

La prédilection continua...
Teresa disse una volta che l'amore fedele consiste nell'amare per sempre chi si è amato una volta: dunque, non potevamo pensare che, dopo l'exploit del miracolo, avesse dimenticato la sua Parma. Tanto più che, da parte nostra, le avevamo riservato un trattamento specialissimo quando, in occasione del centenario della sua morte (1997), avevamo dato vita a una lunga serie di iniziative - incontri di preghiera, conferenze, celebrazioni eucaristiche e perfino una piccola mostra fotografica - per farla conoscere in modo più profondo ed efficace.
E la Santa ci fece una sorpresa degna della sua fama...

Subito dopo la laurea...
Il 19 ottobre del '97, a conclusione dell'anno centenario, il Papa proclamò Teresina Dottore della Chiesa: un titolo che spetta ai grandi maestri della cristianità e che la Chiesa assegna con molta prudenza. Poco più trenta, a tutt'oggi (tra i quali, ci piace ricordarlo, anche i nostri Teresa d'Avila e Giovanni della Croce).Ospite d'onore in Piazza San Pietro, l'urna con le reliquie della Santa: reliquie che, secondo il programma ufficiale, avrebbero dovuto prendere l'aereo in fretta e far rientro a Lisieux.

...è ospite del nostro monastero!

- Se Teresina rubasse un po' di tempo da una parte, accelerasse un po' l'itineriario da un'altra... chissà,.. forse riuscirebbe a infilare una sosta a Parma...
Lo dicevamo tra noi, con l'aria di chi sa già in partenza di immaginare l'impossibile. Ma la Priora - a differenza di noi - prese sul serio questi discorsi bizzarri, e con passo deciso mise mano al telefono: una chiamata a nord, una chiamata a sud... e un po' alla volta l'impossibile si concretizzava!
Il giorno 24 ottobre del 1997, quasi incredule, spalancavamo il portone di clausura al più giovane dei dottori della Chiesa. Accompagnata dal Vescovo di Parma - che si era adoperato in nostro appoggio e il cui intervento era stato decisivo - Teresina passava un'ora in nostra compagnia, davanti all'altare del coro, per poi ricevere un bagno di folla in Cattedrale, riprendere l'elicottero messo a sua disposizione e infine tornare a casa con la laurea in tasca e il nostro ricordo nel cuore.

... 2003: Teresina torna a Parma!

Storia di un piccolo blitz
«Come è possibile che Teresina non passi per Parma? Come è possibile che non passi proprio per la città dove, esattamente 80 anni fa, è avvenuto il miracolo che ha determinato la sua canonizzazione?» Così si è chiesto il Priore dei Carmelitani Scalzi di Parma, Padre Silvio Regazzi, dopo aver letto il programma della visita che l'urna di Santa Teresa di Lisieux avrebbe effettuato in Italia, dal 3 maggio al 9 giugno 2003: Piacenza, Venezia, Treviso, Trento, Vicenza... ma niente Parma!
Era una richiesta audace: l'urna di Teresina era già passata per Parma nel 1997, e per giunta era passata subito dopo la proclamazione del dottorato da parte del Santo Padre, in Piazza San Pietro. Un trattamento di favore, ottenuto da noi monache in modo un po' avventuroso... una specie di blitz, insomma. Ora, aspirare ad un secondo blitz e pensare di toccare un programma già fissato nei minimi dettagli, era come minimo azzardato: ma il Priore ci ha provato e...

Scendono in campo un miracolo...
Un passo indietro. Il 25 maggio 2002 nasce a Monza il piccolo Pietro, quintogenito della famiglia Schilirò. Un grave sovvertimento della struttura polmonare gli provoca continue crisi respiratorie: secondo la medicina, nessuna speranza. I genitori allora effettuano una serie di novene ai coniugi Martin: sì, proprio i genitori di Santa Teresina; e quando i medici, di fronte ad una vita che sembra ormai solo vegetativa, staccano le apparecchiature, il piccolo, incredibilmente, inizia a respirare. Da solo. E' il 29 giugno 2002, giorno del suo primo onomastico. La Chiesa milanese si mette in moto e apre un processo per verificare l'autenticità del miracolo.
...e un Cardinale!
Il processo si svolge regolarmente e tutto il dossier è pronto per essere spedito a Roma: manca solo la cerimonia di chiusura, nel corso della quale deve essere apposta la firma del Cardinale di Milano S.E. Dionigi Tettamanzi. Il quale, sapendo del viaggio italiano dell'urna, esprime il desiderio che tale cerimonia sia effettuata sotto lo «sguardo di Teresina». La richiesta del Cardinale determina una modifica nel programma ufficiale e... un provvidenziale buco di due giorni: come riempirlo? Con una tappa a Parma, naturalmente.

Una telefonata a sorpresa
Noi monache eravamo del tutto ignare delle febbrili trattative telefoniche Parma-Lisieux-Milano. Possiamo immaginare dunque lo stupore della nostra Madre Priora quando, alla fine di maggio, Padre Silvio la chiama al telefono e le dice senza preamboli: «Allora, volete Teresina? Sarà a Parma due giorni: uno con noi, uno con voi».
Arriva!
Mercoledì 11 giugno, ore 21.30. La coloratissima Teresamobile varca il cancello della nostra piazzetta e parcheggia davanti al monastero. Portata a spalle da una decina di uomini, l'urna entra nella nostra chiesetta, accolta da una caldo battimani. Da dietro le grate, anche noi battiamo le mani e cantiamo - per quanto la commozione ce lo consente - Mia gioia, una delicata melodia cucita su una poesia di Teresina.

Pregare Teresina, pregare con Teresina, pregare come Teresina...
Pregare Teresina, pregare con Teresina, pregare come Teresina. E' il titolo e insieme il contenuto della veglia che abbiamo proposto: invocazioni alla Santa, lettura di preghiere composte da lei e di brani in cui Teresa esprime la sua dottrina.
Il tutto, intercalato da lunghe pause di silenzio.
Nel lavoro di animazione ci dà una mano anche il gruppo Padre Pio che, fedele al testamento del grande santo di Pietrelcina (Recitate e fate recitare il Rosario!), ci propone questa insostituibile preghiera mariana.
La mezzanotte ormai è passata, e i fedeli progressivamente diminuiscono. Ma non diminuisce il loro raccolto fervore, che anzi nel silenzio un po' irreale della notte sembra ancora più intenso. Composti e concentrati, sfilano davanti all'urna, sostano, compiono un gesto di affetto e di fede: un bacio all'urna, una carezza, il contatto con un oggetto, la raccolta di un fiore-ricordo.

...senza sosta, fino all'alba
Le prime luci del giorno sorprendono gli irriducibili che hanno vegliato tutta la notte, mentre la chiesa si ripopola. Alle 7.30 è gremita: è l'ora in cui il nostro caro Vescovo Mons. Cesare Bonicelli inizia la celebrazione solennissima dell'Eucarisita. Accanto a lui, tanti sacerdoti: Il presbiterio non li contiene tutti!

Non solo da Parma
Dalle 9.00 alle 11.00, cambio di scena: ad animare la preghiera è un gruppo proveniente dalle Valli di Zeri (Toscana) guidato dal Padre Beppino Co'- già missionario in Laos e Senegal, oltre che grande amico di Padre Emiliano Tardif - conosciuto anche molto al di là dei confini della sua parrocchia, per la forza trascinante della sua parola e della sua fede. L'amosfera è festosa ed entusiasta, ma l'intensità della preghiera non ha di che invidiare a quella, silenziosa e intima, della notte appena trascorsa.

In clausura
La partenza dell'urna - destinazione: Friburgo, in Svizzera - è prevista per le 12.00. C'è giusto il tempo per una puntatina al di là delle grate, in monastero. Ci avviamo al portone di clausura e accogliamo festosamente l'urna: Teresina è tornata tra noi, dopo la memorabile visita di sei anni fa. I portatori conducono l'urna in coro [la nostra cappella interna], escono e noi trascorriamo un breve, intenso momento a tu per tu con Teresina. Venerazione, ma non impaccio. Teresina ha osservato la nostra Regola, ha vestito il nostro abito, ha vissuto la nostra vita. La sentiamo sorella. La sentiamo dei nostri. Ci sediamo intorno all'urna in modo informale; e percepiamo quanto sia sottile la separazione fra l'aldiqua e l'aldilà.

Au revoir, petite Thérèse...
E' arrivato mezzogiorno, e i portatori reclamano l'urna. La scortiamo fino al portone di clausura, le facciamo un'ultima frettolosa carezza, le mandiamo un bacio con la mano... Au revoir, petite Thérèse!
Il portone è chiuso, e l'impressione più immediata è quella di una grande giornata e di una grande gioia; per il momento non siamo in grado di elaborare considerazioni teologiche: troppo stanche! L'unica considerazione che siamo in grado di fare riguarda i fiori: la chiesa ne era piena, e adesso non ne è rimasto uno che è uno. Teresina, pensiamo, li ha distribuiti proprio tutti!

Un granino di teologia

The day after. Raccogliamo una riflessione teologica piccola piccola.
Abbiamo visto quanto la santità sia una cosa grande.
Lo abbiamo visto nella forza irresistibile di quest'urna, capace di muovere una città, di commuovere i cuori, di consolare, incoraggiare e magari ottenere miracoli.
Lo abbiamo visto nella disinvoltura con cui non si parlava tanto dell'urna che veniva portata e veniva allontanata, ma piuttosto di Teresina che andava e veniva, persona viva e assolutamente contemporanea a noi.
Lo abbiamo visto nell'universalità di questa giovanissima donna, che ha qualcosa da dire a chiunque, a qualunque latitudine e in qualunque condizione di vita.
Ma abbiamo anche visto quanto la santità è vicina.
A portata di mano, come era a portata di mano l'urna di Teresina. Nel Tabernacolo, prima di tutto, dove palpita in continuazione la vita divina. Nei doveri piccoli e grandi di ogni giorno. Nella fedeltà alle segrete ispirazioni con cui lo Spirito Santo, instancabile, ci incalza.
Un programma impegnativo? Sì, impegnativo e difficile.
Ma anche semplice, molto semplice.

Nessun commento:

Posta un commento