mercoledì 27 maggio 2015

QUALE "AMICIZIA"? - riflessioni a margine del Vangelo di oggi



«Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo". 
Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?". 
Gli risposero: "Concedici di sedere, nella tua gloria, 
uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". 
Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate"». 
(Mc 10,35-38)


Il Vangelo di oggi (Mc 10, ) ci presenta una scena "curiosa", che non è tuttavia nuova nella sua "tipologia": i discepoli pretendono di insegnare a Gesù il mestiere di Dio.
E' veramente ...ridicolo, a ben pensarci, quell'imperativo con cui Giacomo e Giovanni si rivolgono al Maestro: "vogliamo che tu faccia quello che noi ti chiedermo". I servi danno ordine al padrone!
In realtà la pretesa diventa l'innesto per il discorso di Gesù sul vero servizio (quello che noi intendiamo quando ci diciamo costituiti "re" attraverso il Battesimo), ma può essere uno  spunto interessante per affrontare il tema dell'amicizia a largo raggio, e, in modo particolare, quello dell'amicizia con Dio.

La prima cosa che stupisce è che i due discepoli, pur ascoltando le parole di Cristo sulla prossima Passione, si lascino trascinare dalla loro richiesta sui "posti" in Paradiso. Tralasciano tutto il resto del discorso e vanno dritti dritti al sodo. 
Le cose sono due: o hanno già così tanta fede da badare all'aspetto escatologico della Risurrezione oppure...sono ancora così immaturi da lasciarsi prendere dai propri "sogni di gloria".
La risposta, probabilmente, sta nel mezzo.
Che Giovanni fosse un tipo un po' irruento, ma anche sostanzialmente coraggioso e profondamente fedele a Gesù lo appuriamo da altri passi del Vangelo: in Luca lo ritroviamo ancora una volta assieme a Giacomo, indispettito per l'operare di alcuni che facevano miracoli nel nome del Signore senza appartenere ai discepoli. La domanda dei due fratelli è ancora una vota...strabiliante: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi"? (Lc 9,54);
d'altronde, poi lo ritroviamo - unico tra gli apostoli - ai piedi della Croce, ad affrontare la Passione dell'Amico...ed è sempre lui, assieme a Pietro, a correre verso il sepolcro ormai vuoto, il mattino di Pasqua.
Se proprio Giovanni - il discepolo prediletto - si presenta così impulsivo, un po' "fanciullesco" nel suo parlare (e nel suo pensare!) questo ci fa comprendere che nell'amicizia - e nell'amicizia con Dio - tutti corriamo il rischio di iniziare con atteggiamenti spirituali ancora poco maturi, e che tutti, dunque, abbiamo bisogno di essere guidati da Gesù.
Giacomo e Giovanni - in questi loro iniziali cadute di stile - ci mettono in guardia dal pericolo di un'amicizia in cui il fine sia la richiesta di un privilegio, di un guadagno (magari anche lecito), di una necessaria "condivisione" di prestigio e potere con l'amico.
D'altronde ha ragionato così anche Pietro: dopo il discorso sul ricco che difficilmente entrerà nel regno dei Cieli (Mt 19,24), il futuro primo Papa rivolge a Gesù una domanda che ha lo stesso retrogusto di quella di Giacomo e Giovanni.
"Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo"? (Mt, 19,27)
Siamo alle...solite: Signore, abbiamo fatto questo e quello per te...cosa ci darai in cambio? Come ci...ricompenserai? Cosa ne ricaveremo? Ci guadagneremo qualcosa, dopo tutto quello a cui abbiamo rinunciato per te? Dacci almeno un posto in prima fila! Dacci almeno un posto accanto a te, per regnare assieme a te, per essere guardati da tutti, considerati importanti...affinché chiunque ci veda capisca che noi abbiamo fatto tanto per te, così tanto che tu hai voluto - giustamente - darci un premio di grande valore!
In queste parole si annida la tentazione della vanagloria, assieme ad un sentimento di amicizia ancora "interessata" e, se ci riflettiamo bene, di un'amicizia che non ha ancora compreso che la donazione maggiore non è mai quella dell'uomo verso Dio, ma quella di Dio che è venuto fino all'uomo, che si è fatto Uomo per donarsi agli uomini!
Allora Gesù, spostando il discorso sul vero regnare inteso come servizio e non come essere serviti(Mc 10,43-45) cerca di aprirci gli occhi sul vero senso dell'amicizia con Dio e tra gli uomini.
Facendo notare come Egli stesso stia dando l'esempio di "colui che serve" Gesù rimprovera tacitamente gli apostoli....in un certo senso è un promemoria di altre sue parole.
"Un discepolo non è più del maestro" (Lc 6,40) e "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". (Gv 13,34)
Nell'amore di amicizia non ci può essere "pretesa" di qualche beneficio temporale. Si ama per amore, si ama disinteressatamente, o non è...amicizia.
D'altronde, Gesù non sta negando nulla ai suoi amici: più avanti rimarcherà loro che preparerà un posto nel suo regno per ciascuno di essi (Gv 14,2). Donerà loro lo Spirito Santo, li condurrà alla Verità, sta offrendo loro la sua amicizia, si è fatto Uomo proprio per avvicinarsi a noi!
Quello a cui ci invita è a non "chiedere oltre", ad accettare e riconoscere che l'amicizia di Dio è già un dono in sè stesso e che il Signore non manca di colmarci ogni giorno e anzi - di più - in ogni istante, di beni dal valore incalcolabile.
Non c'è disparità a nostro danno, in questo rapporto!
Allora perché "pretendere" di più? Non ci basta quello che già abbiamo?
E se questo vale verso Dio, il ragionamento può diventare il metro di misura di ogni buona amicizia. Se dall'amico riceviamo affetto e magari anche molti beni spirituali (e di certo non mancheranno anche i piccoli scambi materiali che caratterizzano ogni affetto), perché nutrire un desiderio smodato di un "di più"?
Non è questione di sapersi accontentare (questo sarebbe un ripiego), ma di imparare a riconoscere la preziosità di ciò che l'amico ci comunica; di avere occhi per vedere tutto ciò che ci viene donato dall'altro; di comprendere che laddove cominciamo a desiderare una "glorificazione" da un rapporto di amicizia non stiamo cercando più veramente il bene dell'altro, ma stiamo tentando di soddisfare il nostro orgoglio, la nostra superbia. Sentimenti che rischiano di minare alle basi l'amicizia, di trasformare la relazione amicale in un do-ut-des, in una compravendita, e non in una mutua, reciproca, spontanea e volontaria donazione e comunicazione di beni principalmente spirituali e di aiuto materiale laddove sia possibile.
E' quell'amicizia "in Cristo" che Pietro, dopo facili entusiasmi, rinnegamenti e pentimenti, così esprimerà, prima di guarire lo storpio alla porta di Bella: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina"! (At 3,6)

domenica 24 maggio 2015

SOLENNITA' DI PENTECOSTE E FESTA DI MARIA AUSILIATRICE




 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile
 come esercito schierato a battaglia
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Lo Spirito Santo ci dice che con la virtù della purità ci vengono tutti i beni. Difatti quelli che hanno la bella sorte di poter parlare con quelle anime che conservano questo prezioso tesoro scoprono una tranquillità, una pace di cuore, una contentezza tale, che superano ogni bene della terra.
Coraggio dunque, o cristiano, fa’ ogni sforzo per conservare l'inestimabile tesoro di questa virtù. Ma se vuoi consumare questa virtù bisogna che tu imiti la Regina dei Vergini".
(Don Bosco, Il mese di maggio consacrato a Maria Immacolata) 


La Solennità odierna di Pentecoste, che cade quest'anno il 24 maggio , festa di Maria Ausiliatrice, ci sospinge verso la contemplazione di un grande mistero, quello della sponsalità che lega il Paraclito alla Vergine Maria.
Lo Spirito Santo - l'Amore Purissimo di Dio Padre e di Dio Figlio - ricolma colei che è già piena di grazia e ne amplifica - se così potessimo dire - quella purezza immacolata che da sempre le è stata riservata. 
Se vogliamo "consumare" anche noi la virtù della purezza (ciascuno secondo il proprio stato), non dobbiamo fare altro che invocare lo Spirito Santo e chiedere aiuto a Maria.
Per vincere le molte tentazioni che ci impediscono di portare a pienezza, a perfezione questa virtù (questo il senso del verbo "consumare") non ci resta che affidarci a Colei che più di ogni altra creatura ha vissuto totalmente la purezza: in pensieri, parole, opere. Tutto in Maria è purissimo, senza ombra alcuna. Ogni parola uscita dalla sua bocca, ogni suo gesto, ogni suo affetto sono stati e sono di una purezza cristallina.
Solo la purezza permette ad un'anima di farsi riempire di Dio e di trasmettere Dio, di farsi "attraversare" da Lui come un cristallo puro si fa attraversare dalla luce, riflettendola in mille colori, trasmettendone le mille "sfaccettature" diverse, le varie sfumature.
La bellezza di Dio, la Sua purezza, quando "vibrano" in noi come la luce al passaggio attraverso il vetro, ci dimostrano, in questa varietà di colori ed intensità, che Dio è Unico sì, ma infinitamente inesauribile nella sua immutabile, ma variegata bellezza.
Così le nostre "sfaccettature" (le caratteristiche proprie ed inimitabili di ogni anima) non tolgono nulla a Dio, ma ce Lo mostrano in questa sua varietà e ci rammentano che lo Spirito Santo è costruttore di armonia, perché ci rende capaci di vedere Dio solo e la Sua magnificenza nelle bellezze e perfezioni delle creature.
Così, scrutando Maria Ausiliatrice, non possiamo che riconoscere la mano sapiente di Dio che l'ha creata, dello Spirito che l'ha purificata, del Figlio che ce l'ha donata per Madre.  




sabato 23 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - nono giorno: più fede in Maria Ausiliatrice



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Solo in cielo noi potremo, stupefatti, conoscere ciò che ha fatto Maria Santissima per noi, e le volte che ci ha campati dall'inferno; e ne la ringrazieremo per tutti i secoli eterni... Ah se tanto io, come voi, o cari figliuoli, avessimo avuto più fede, più confidenza in Dio e in Maria SS. Ausiliatrice, migliaia di più sarebbero state le anime da noi salvate!"                                                         

(MB X, 1078)


Potremo mai arrivare a conoscere, in questa vita, le grazie di cui l'Ausiliatrice ci ha beneficato? Dopo averci detto molte cose sull'assistenza costante di Maria, don Bosco ora ci fa capire che in realtà qualunque cosa noi possiamo dire del soccorso che ci reca la Vergine...in verità diremo sempre troppo poco, perché il suo aiuto supera ogni nostra aspettativa, ogni nostra capacità di comprensione, ogni nostro schema umano.
Questo tuttavia non deve abbatterci, ma spronarci.
Don Bosco conclude invitandoci ad avere più fede, più confidenza in Dio e in Maria Ausiliatrice.
Allora chiediamo al Signore di accrescere in noi la fede in Loro, affinché niente ci faccia mai dubitare che se esiste l'impossibile per l'uomo, per il Signore e per Maria Ausiliatrice non c'è limite che tenga: il loro potere è illimitato! Maria è l'Aiuto potente a cui ricorrere nei bisogni materiali e spirituali, nelle necessità spicciole ed in quelle importanti, nelle vicende personali ed in quelle collettive. Maria è la Madre che ci affianca per tutta la vita e che ci attende in Cielo, dove la contemplereme nella Sua bellezza di Regina e Ausiliatrice per tutta l'eternità.

venerdì 22 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - ottavo giorno - Maria regina e ausiliatrice



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Perchè è regina Maria? Perchè stassi a destra di Gesù in veste dorata, circondata di varietà? Ella è regina per la grande potenza che ha nel cielo come Madre di Dio; ella sta seduta a destra di Gesù per placarne lo sdegno, per aiutarci nelle nostre miserie, per essere nostra ausiliatrice, nostra sovrana avvocata."                                                         

(Don Bosco, Meraviglie della Madre di Dio, 204-205)


C'è un nesso tra la regalità di Maria e il suo titolo di "Ausiliatrice" nostra.
Una regina non sarebbe tale se non disponesse del potere di correre in soccorso dei suoi sudditi. Ovviamente questo è un potere "derivato", perché esso spetta in realtà solo al re, ma Dio ha scelto Maria come Madre del Suo Figlio e dunque, potremmo dire, l'ha scelta anche quale regina al suo fianco.
Se Dio governa in virtù della sua onnipotenza per natura, Maria Ausiliatrice governa per la sua onnipotenza di grazia.
E' un grande mistero, che però può essere utile per comprendere quale sia l'estensione della capacità della Vergine di offrirci aiuto: infinita, senza limiti.
Come è senza limiti per natura quella di Dio, quella di Maria è infinita per grazia.
Come è senza misura il desiderio divino di soccorrere le creature e di trarle in salvo, così è senza misura il desiderio materno di Maria di condurci al porto sicuro del Paradiso, venendo dunque in nostro aiuto nelle nostre necessità.
E se a volte ci è difficile - perché l'orgoglio umano è uno scoglio! - accettare direttamente l'amore salvifico di Dio, San Giovanni Paolo II scriveva nella Dives In Misericordia che ci è molto più facile accettare quellol che ci viene dalla Madre (cfr. Dives in Misericordia n. 9).
In realtà si tratta dello stesso amore, perché Maria non fa che mostrare Dio, che donarci Dio stesso (e lo ha fatto letteralmente mettendo al mondo il Verbo Incarnato!), ma la sua tenerezza, la sua dolcezza, la sua femminilità, sciolgono spesso le resistenze dei peccatori più incalliti.
Penso a fatti miracolosi, come la conversione dell'ebreo Ratisbonne davanti al quadro della Madonna del Miracolo, nella Chiesa romana di Sant'Andrea delle Fratte, che bene danno dimostrazione pratica di quanto il Magistero afferma.
Lasciamoci raggiungere dall'amore di Maria Ausiliatrice. E' un amore che ci conduce alla salvezza, perché ci porta l'amore salvifico di Gesù, perché fa nascere nelle nostre vite quel Gesù che è nato dal grembo della Vergine.
Quale aiuto più grande ci poteva offrire Maria, se non proprio il Figlio, l'Emanuele, Gesù, ossia "Dio salva"?

giovedì 21 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - settimo giorno: Le parole da scolpire nel cuore



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Vi ripeterò che per il fine di questa novena che è ancora in corso, vi scolpiate nel cuore queste parole: Maria Auxilium Christianorum, ora pro me: e che le recitiate in ogni pericolo, in ogni tentazione, in ogni bisogno e sempre; e che domandiate a Maria Ausiliatrice anche la grazia di poterla invocare. 
Ed io vi prometto che il demonio farà bancarotta. Sapete che cosa vuol dire che il demonio farà bancarotta? Vuol dire che non avrà più alcun potere sopra di voi, non riuscirà più a farvi commettere alcun peccato, e dovrà ritirarsi. 
Io intanto nel santo Sacrificio e negli altri esercizi di pietà vi raccomanderò tutti al Signore perchè  vi aiuti, vi benedica; vi protegga, e vi conceda le sue grazie per mezzo di Maria Santissima."                                                         

(MB XIII, 411)


Possiamo star certi che don Bosco mantiene le sue promesse: ora che è in Paradiso si ricorda anche di noi, e dal Cielo ci raccomanda a Dio, affinché ci dispensi, per mezzo dell'Ausiliatrice, le grazie a noi necessarie.
Per don Bosco la parola "devozione" non era proferita attribuendole il significato a volte un po' superficiale che noi intendiamo. Devozione non è semplicemente una preghiera da recitare solo con le labbra. E' un affetto, una fiducia sconfinata da scolpire nel cuore, affinché pregare diventi amare e amare sia pregare, cosicché ogni momento, se trascorso nell'amore verso l'oggetto della devozione, si tramuti in preghiera.
In sintesi, essere devoti di Maria Ausiliatrice è amarla, e amarla sempre. Amarla sempre è sentirla accanto come Madre premurosa in ogni circostanza del quotidiano, dalle situazioni delicate a quelle ordinarie e tranquille; amarla sempre significa tramutare ogni nostro "istante d'amore" in una richiesta a Lei, in una preghiera continua.
Don Bosco ha amato così l'Ausiliatrice: ne aveva il nome sempre sulle labbra; l'aveva nel cuore in ogni momento; in tutti ha cercato di inculcare questa sua stessa incrollabile fiducia e questo suo affetto per la Madre di tutto il genere umano.
Il bambino si sente al sicuro quando ha la sua mamma vicino a sé; perché noi non dovremmo sperimentare questa gioia, questa serenità?
Pensare alla propria vita come un cammino durante il quale Maria Ausiliatrice ci affianca come fa una madre col suo bimbo, può cambiare radicalmente la prospettiva da cui guardiamo e con cui affrontiamo l'esistenza.
Questo non ci risparmierà forse dolori e difficoltà, come d'altronde non le risparmiò neanche a don Bosco, ma lui poteva veramente dire: "Madre mia, fiducia mia"! con la serenità dei santi che sanno di non essere mai soli, ma che, anzi, proprio quando maggiore è il bisogno, quando più intensa è la sofferenza, la Madre è lì con loro, "chinata" sul loro dolore...
Proviamo a fare "esercizio" della presenza della Madre al nostro fianco.
Proviamo a ricordare, di tanto in tanto nel corso della giornata: "L'Ausiliatrice è qui, accanto a me, è veramente vicina a ciascuno dei suoi figli".
Certamente Maria premierà la nostra fiducia, facendoci gustare un po' dell'infinita dolcezza del suo abbraccio materno.
Quello stesso abbraccio in cui ora stringe don Bosco, suo apostolo infaticabile.

mercoledì 20 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - sesto giorno: una giaculatoria efficace se...





 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Noi principalmente dobbiamo a lei raccomandarci, noi che la sua festa in modo speciale celebriamo come nostra propria, quantunque sia festa della Chiesa universale. Per questo motivo io vi raccomando quanto so e posso, e il mio consiglio sia scolpito nella vostra mente e nel vostro cuore, di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis. È una preghiera, non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace. Io l'ho già consigliata a molti, e tutti, o quasi tutti, mi dissero che avevano ottenuti felici risultati. Così pure alcuni altri mi assicurarono, i quali senza consiglio di alcuno, ma da per se stessi, avevano presa l'abitudine di recitarla.

Tutti noi abbiamo delle miserie, tutti abbiamo bisogno di aiuto. Quando adunque vogliate ottenere qualche grazia spirituale, prendete come abitudine di recitare di quando in quando questa giaculatoria. Per grazia spirituale si può intendere la liberazione da tentazioni, da afflizioni di spirito, da mancanza di fervore, da vergogna nella confessione che renda troppo pesante la manifestazione dei peccati. Se qualcuno di voi vuol far cessare qualche ostinata tentazione, vincere qualche passione, schivare molti pericoli di questa vita, o acquistare qualche grande virtù, non ha da fare altro che invocare Maria Ausiliatrice. Queste ed altre grazie spirituali sono quelle che si ottengono in maggior quantità, e che non si vengono a conoscere e fanno maggior bene fra le anime.

Non è a proposito che vi reciti qui moltissimi nomi di quelli che invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali. A quanti aveva consigliata la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum ora pro nobis! Furono cento, furono mille, parte della casa, parte estranei, e mi sono raccomandato che se non fossero stati esauditi recitando questa giaculatoria, venissero a dirmelo. E nessuno finora è ancor venuto a dirmi di non aver ottenuta la grazia. Dico male; bisogna che mi corregga: vi fu alcuno, come in quest'oggi stesso, che si venne a lamentare con me di non essere stato esaudito. Ma sapete il perchè ? Avendolo io interrogato, mi confessò che aveva avuta bensì l'intenzione di invocare Maria, ma poi non l'aveva invocata. In questo caso non è Maria Vergine che manca, ma noi manchiamo verso di lei non pregandola: non è Maria che non ci esaudisca, siamo noi che non vogliamo essere esauditi. La preghiera deve farsi con istanza, con perseveranza, con fede, con intenzione proprio di essere esauditi. Io voglio che la facciate tutti questa prova e che la facciate fare anche a tutti i vostri parenti ed amici".                                                         


(MB XII, 410)


La riflessione di ieri si era conclusa facendo riferimento alla potenza di una semplice parola, ossia l'invocazione a Maria breve, semplice, anche con la sola giaculatoria a Lei dedicata.
Don Bosco oggi torna sull'argomento e ci aiuta a procedere in questa nostra novena dedicata a Maria Ausiliatrice.
Basta invocare il nome di Maria per essere esauditi!
Ma - potrebbero dire oggi tanti come nel 1800 - perché c'è chi invoca la Madonna e non ottiene quanto sperato?
Don Bosco ci offre la risposta: l'invocazione a Maria, per quanto breve e immediata che sia va fatta col cuore, con vera fede e con perseveranza.
Se difetta una delle condizioni...non otteniamo, ma non perchè sia la Madonna a non intervenire. Siamo noi, invece, che nel nostro libero arbitrio, impediamo a Dio di dispensarci grazie per suo mezzo, perché è la fede che ci aiuta a spostare le montagne!
E qualcuno potrebbe ancora dire: ho pregato con fede e non ho ottenuto...
Qui mi permetto di concludere io il pensiero di don Bosco: se preghiamo con fede, ammesso che non ottenessimo ciò che chiediamo, la Vergine Ausiliatrice ci aiuterebbe donandoci la rassegnazione ai divini voleri, l'accettazione delle sofferenze e dei disagi che patiamo in svariate circostanze.
In tanti luoghi mariani avviene così; molte persone vi si reca nella speranza di ottenere guarigioni e grazie, e quando non vengono loro concesse, non di rado fanno ritorno alle proprie case completamente cambiate nell'animo, disposte a fare la volontà di Dio, anche se umanamente pesante.
Non possiamo ritenere che Maria sia il nostro aiuto solo se risolve i nostri problemi nel senso che ci ottenga qualunque cosa noi le chiediamo. Ragioneremmo come chi crede in un Dio "tappabuchi" e faremmo della Madonna semplicemente una sorta di "prestigiatrice".
Padre Pio era solito dire: quale madre darebbe ad un figlio piccolo il coltellaccio che il bambino le chiede, non comprendendo che strumento pericoloso esso sia?
Allora l'aiuto di Maria sta nel fatto che Ella ci ottenga da Dio ciò che è buono per le nostre anime e le nostre vite, ma ci aiuti ad accettare che altre cose non potremo averle, perché sarebbero di danno alla nostra salvezza eterna o di aggravio alla nostra vita temporale.
Se preghiamo con questa fiducia, che a risposta della Vergine Ausiliatrice sarà la migliore per noi - qualunque sia questa risposta - allora sperimenteremo i benefici del rivolgerci a Lei sapendo che nessuna delle suppliche a Lei indirizzate rimane senza esito.
Allora saremo animati dalla vera fede che "crede" non soltanto quando Dio risponde secondo i nostri desideri, ma soprattutto quando lo fa...secondo i Suoi, che sono gli stessi di Maria Ausiliatrice.

martedì 19 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - quinto giorno: Al solo nome di Maria Ausiliatrice i dèmoni fuggono...



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN





"Mi raccomando adunque quanto so e posso, che ciascuno preghi Maria Santissima in questa novena. Questa Madre pietosa concede facilmente le grazie di cui abbisogniamo, e tanto più le spirituali. Essa in cielo è potentissima, e qualunque grazia domandi al suo Divin Figliuolo, le è subito concessa. La Chiesa ci fa conoscere la potenza e la benignità di Maria con quell'inno che incomincia: Si caeli quaeris ianuas, Mariae nomen invoca. Se cerchi le porte del cielo, invoca il nome di Maria. Se per entrare in paradiso basta invocare il nome di Maria, bisogna pur dirlo che Ella sia potente. Il solo suo nome è rappresentato come porta del cielo, e tutti quelli che vogliono entrarvi, debbono raccomandarsi a Maria.

E noi ricorriamo a lei, specialmente perchè  ci aiuti nel punto della morte. La Chiesa infatti in altro luogo dice che Maria da sola è terribile come un esercito ordinato a battaglia che pugna contro i nemici dell'anima nostra. Quantunque nel senso letterale della Sacra Scrittura queste parole si intendano dei nemici della Chiesa, lo spirito però della Chiesa stessa le interpreta dei nostri nemici particolari nelle cose dell'anima. Al solo nome di Maria i demoni si danno a precipitosa fuga. Ella perciò è chiamata Auxilium Christianorum, aiuto dei Cristiani, sia contro i nemici esterni che contro i nemici interni."                                                         

(MB XIII, 409)


L'iconografia dell'Immacolata ci presenta la Madonna che schiaccia il serpiente sotto un piede, mentre quella dell'Ausiliatrice ce la raffigura con in mano uno scettro.
Don Bosco - innamorato dell'Immacolata Ausiliatrice - ribadisce proprio questa idea di potenza di Maria, che per grazia di Dio è la Tutta Santa, la Tutta Pura, capace di mettere in fuga i nemici molteplici della nostra anima, Lei da sola, come se fosse un esercito schierato in campo.
Tale consapevolezza deve accrescere in noi la fiducia verso questa Madre tanto buona quanto "forte" e farci riflettere sul potere di un'anima in grazia, di un'anima vicina a Dio, tutta ricolma del Signore e della Sua Grazia.
Il demonio non può che essere sconfitto dall'umiltà e dalla purezza. Chi è umile riconosce che il proprio potere non viene che da Dio; chi è puro non si lascia sedurre dalle tentazioni del male.
La fede da sola non basterebbe, se non fosse corroborata da queste altre due virtù. Anche i demoni credono che Dio esiste e che è Dio, per l'appunto, ma non hanno l'umiltà di riconoscerlo e di sottomersi a Lui, di "abbandonarsi" a Lui; così come non hanno la purezza per liberarsi del fango che essi stessi hanno scelto come dimora eterna.
Maria Ausiliatrice è il soccorso potente delle anime in difficoltà. Con San Bernardo, don Bosco sembra ripetere: nei pericoli, invoca Maria!
Quando il bambino è impaurito dinanzi ad un pericolo non spreca tante parole, non si perde in ragionamenti su come districarsi e non cerca via di fughe per scappare da solo...no, il bambino prorompe semplicemente in un "mamma"! in cui esprime tutto il suo bisogno e tutta la sua fiducia.
Ecco perché don Bosco può dire che al solo nome di Maria Ausiliatrice i demoni vengono messi in fuga.
Chiamare Maria Ausiliatrice è agire come il bambino che invoca la mamma.
Allora in ogni momento di sconforto, di tentazione, di paura, di difficoltà invochiamo questo nome così sublime, così dolce, ma anche così potente; affidiamoci a Colei che è sempre premurosa con i suoi figli. Maria ci ascolta, il suo orecchio è sempre attento a carpire la nostra voce che si rivolge a Lei.
Sta a noi decidere di chiamarla, di spalancarle la porta del nostro cuore, affinché possa entrarvi per fare pulizia, eliminando ciò che ci impedisce di servire il Signore nella gioia.

lunedì 18 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - quarto giorno: in questo mese si ottengono molte grazie...





 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Siamo nella novena di Maria SS. Ausiliatrice. In questo mese si ottengono non una sola, ma molte grazie ogni giorno dalla Madonna. Ora sono persone che vengono esse stesse qui in questa nostra Chiesa a chiedere favori o a ringraziare per quelli ricevuti; ora giungono da lontano lettere e relazioni di fatti mirabili, attribuiti all'invocazione della nostra buona Madre; ed esprimenti la gratitudine dei beneficati.
Ma le grazie più strepitose sono quelle che non sono conosciute. Quante e quante persone per intercessione di Maria Santissima poterono mettere in sesto le cose dell'anima loro! E anche senza andare molto lontano, qui nella nostra casa sono innumerabili le grazie che ci furono e si vanno facendo in favore di tanti giovani, i quali invocando Maria sotto questo titolo di Auxilium Christianorum, poterono ottenere grazie spirituali. Chi riuscì a perdere qualche cattiva abitudine, chi ad acquistare qualche virtù difficile a praticarsi..."                                                         

(MB XII, 409) 

 Don Bosco sembra dirci che l'Ausiliatrice sia particolarmente contenta di dispensare grazie maggiormente nel mese e nella novena a Lei dedicati. In un certo senso...è normale. Nel giorno in cui festeggiamo una qualche ricorrenza noi siamo soliti offrire sempre qualcosa di buono a quanti vengono ad omaggiarci, si tratti di un dolce, di un pasto o di qualcosa da bere.
Così fa Maria con quanti intensificano la devozione verso di Lei nel mese di maggio e nei nove giorni che precedono la sua festa.
Maria è generosa con quelli che la invocano!
La fama di "operatore di miracoli" di don Bosco conobbe il suo "boom" proprio nei tre anni di edificazione della Basilica dedicata a Maria Ausiliatrice. La Madonna si dimostrava provvida di grazie da dispensare a quanti - a vario titolo - contribuivano ad aiutare il santo nella costruzione dell'edificio.
Non è dunque difficile credere alle parole del santo: chi prega Maria, chi si rivolge a Lei con il titolo di Aiuto dei Cristiani, stia pur certo di ottenere molte grazie, a beneficio delle proprie anime.
La potenza di Maria è tale che don Bosco consigliava di invocarla spesso anche solo con la giaculatoria "Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi"!
Una Madre è sempre pronta a rispondere ai suoi figli. San Bernardo ce lo ricorda nel suo famoso "memorare": Ricordati che non si è mai udito che alcuno abbia chiestoil tuo patrocinio e sia rimasto abbandonato...animato da tale confidenza a te ricorro"...
Maria risponde dal Cielo con la sua assistenza premurosa al "servizio" delle nostre anime e che i favori che ci ottiene vengano o meno divulgati, stiamo pur certi che rimarranno per sempre scritti nel cuore della Madre ed in quello del Figlio... 

domenica 17 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - terzo giorno: Maria è la taumaturga



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Maria Ausiliatrice è la taumaturga, è l'operatrice delle grazie e dei miracoli per l'alto potere che ha ricevuto dal suo divin Figliuolo.
Ella conosce che Don Bosco ha bisogno di quattrini per dare da mangiare a tanti poveri giovanetti che gli pesano sulle spalle; conosce che è povero e che senza soccorsi materiali non può tirare avanti le opere intraprese a vantaggio della religione e della società, e quindi che cosa fa Maria? 
Da buona madre va alla cerca, e va da ammalati e dice loro: - Vuoi guarire? Ebbene fa' la carità a quei poveri giovani, da' una mano a quelle opere, e io farò a te la carità della guarigione. - Vede in quella casa regnare la desolazione per causa di un figlio scapestrato e dice al padre e alla madre: - Vuoi che questo disgraziato si ritiri dalla mala via? 
Ebbene tu dal tuo canto aiuta a togliere dal pericolo dell’anima e del corpo tanti altri poveri figli abbandonati, e io richiamerò a più savi consigli il tuo figliuolo. - Insomma per non andare troppo per le lunghe Maria Ausiliatrice in mille maniere consola quelli che aiutano l'Oratorio, e a noi non resta altro da fare che di non renderci indegni della sua protezione. "                                                 

(MB XVI, 292) 

Ai tempi di don Bosco non mancò qualche voce fuori dal coro che, con una certa malignità, vociferò che il santo facesse "commercio" di grazie, chiedendo denaro in cambio di guarigioni.
In realtà don Bosco - a detta di Domenico Savio, il suo gioiello di santità più bello - faceva "commercio di anime" nel senso che non risparmiava nulla pur di ottenere la salvezza di quelli che gli venivano affidati, ma di certo non era affetto dalla "simonia delle guarigioni", se così potessimo definirla.
Quanti si recavano da lui erano persone di estrazione sociale diverse e di certo non vi era preferenze tra ricchi e poveri; d'altrocanto è pur vero che a quelli che godevano di disponibilità economiche non mancava di ricordare che lasciassero un'offerta per le sue opere...ma, pensiamo a quello che accadeva nelle comunità dei primi cristiani, come testimoniato anche dagli Atti degli Apostoli: quanti possedevano dei beni li vendevano e mettevano in comune il ricavato, cosicché nessuno si trovava nel bisogno (cfr. At 2,45; 4,34).
Don Bosco ci lascia dunque una parola che ricorda quella della Bibbia, definendo Maria come una taumaturga in virtù del potere ricevuto da Dio, ma anche come una Madre che provvede al bene di tutti i suoi figli...di "tutti" e non solo di "alcuni".
Ecco, il problema è allora un problema di "solidarietà": quale madre gioisce nel vedere che un figlio è nell'abbondanza e l'altro nell'indigenza?
Maria allora viene a spronare i suoi figli e concede delle grazie, ma sembra quasi suggerire (anche attraverso la voce dei santi!) che così come si è ricevuto gratuitamente, altrettanto gratuitamente bisogna dare (cfr. Mt 10,8).
Ecco che la Vergine torna ad essere una guida sicura, che non fa altro che ripeterci le parole di Gesù, suo Figlio.
Nulla ci è dovuto, tutto è dono e grazia di Dio. Se prendiamo coscienza di questo non possiamo rimanere indifferenti davanti alle necessità di quelli a cui Dio vuole dispensare qualcosa servendosi di noi.
Maria viene a ricordarci proprio questo: farsi aiuto dei fratelli e delle sorelle, come lei si è fatta aiuto nostro.

sabato 16 maggio 2015

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE - secondo giorno: Maria è la nostra guida



 PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






"Maria  Ausiliatrice sia a voi tutti di guida al  cielo"                                                         

(MB IX, 861)


Gesù nel Vangelo ci esorta spesso a fare attenzione a chi facciamo assurgere al ruolo di nostre "guide"e lo fa con parole forti, come quando si rivolge ai discepoli parlando dei farisei, che si scandalizzavano delle sue affermazioni:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro». (Lc 6,39-40)
e ancora:
«Se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui", oppure: "È là", non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto"».
(Mt 24,23-25)
Il mondo contemporaneo è il tempo dei "guru" in ogni campo e i mass-media stanno prepotentemente sfruttando questa sorta di segreto (e dannoso) bisogno dell'uomo di farsi guidare costantemente da altri per vestirsi alla moda, truccarsi alla moda, addirittura "imparare a vivere".
Il problema è che dal marketing televisivo, qualcuno, nella realtà, cominci a ritenere che senza queste "figure di riferimento" non si possa far nulla, che siano persone necessarie per vivere e vivere bene, che creino delle dipendenze da cui sia difficile staccarsi.
Per un cattolico la figura di riferimento, l'indispensabile, il Tutto, è uno solo: Gesù Cristo.
Ma Gesù stesso disse a don Bosco che gli avrebbe dato "una maestra" (faccio riferimento al sogno dei nove anni). Maria è la guia, la guida sicura verso il Cielo, perché, proprio secondo le parole del Figlio, non è che una discepola (dunque non più del maestro), ma ha imparato alla perfezione alla scuola di Gesù, ed è dunque diventata l'imitatrice perfetta; è divenuta "come" il suo maestro.
Se vogliamo andare a Gesù, se vogliamo raggiungere il Paradiso, l'invito di Maria è sempre lo stesso : «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). 
Sono le parole che la Vergine pronunciò a Cana, ai servitori ignari del miracolo che stava per essere compiuto dal giovane falegname di Nazareth, invitato alle nozze come tanti altri...
sono le parole che Maria continua a ripetere da due millenni a ogni uomo: avvicinatevi a Gesù, fate quello che Egli vi dirà, di qualunque cosa si tratti, fosse anche quella apparentemente più assurda, più inutile...perché Dio sa scrivere dritto anche sulle righe storte e sa cavare miracoli anche dal nostro niente!
Chi segue la Madre non sbaglia mai direzione: non ha sbagliato neanche don Bosco, il santo "sognatore" che ha fatto cose umanamente impossibili, seguendo proprio Maria, la guida che Gesù gli aveva dato fin dalla fanciullezza!